Nord e Sud - anno II - n. 13 - dicembre 1955

si propose cioè soltanto fini di pre-industrializzazione, ma si propose obiettivi, sia pure sottintesi, di vera e propria industrializzazione. E in ciò lo Stato (e non è senza rammarico che lo si deve constatare) si dimostrò più pronto ad affrontare il nuovo momento storico di quanto non lo fosse la privata iniziativa, seppure a questa possa concedersi l'attenuante della ricordata carenza delle infrastrutture. Ma lo Stato pare disposto ad andare oltre la Cassa per il Mezzogiorno: certe finalità sottintese di quest'ultima acquistano infatti precisa fisionomia nello << schema di sviluppo>> dell'on. Vanoni, schema che testimonia della volontà di condurre a fondo l'opera di risanamento economico e sociale del Paese, che ha già riscosso l'adesione di qualificati ambienti internazionali e che, non lo si dimentichi, è stato indicato dai socialisti di Nenni come base programmatica di una più ampia maggioranza democratica. Ora è stato scritto (Libero Lenti: << Investimenti pubblici e iniziativa privata», Corriere della Sera del 13 ottobre 1955) che, divenuto col Piano Vanoni di scottante attualità il problema dei rapporti tra intervento pubblico e iniziativa privata, in un certo qual senso l'iniziativa pubblica ha detto la sua e l'iniziativa privata ha inteso rispondervi al convegno di Palermo. In qual modo vi ha risposto? Diradatisi i fumi di tanta ap~logia da parte della stampa (gli articoli entusiastici sul convegno di Palermo non si sono potuti contare), giova forse, a mente più riposata, cercare di rispondere, ora, dopo due mesi, a questa domanda, che pure ha la sua importanza. La mozione conclusiva di Palermo afferma che il convegno, considerar1do il problema dei rapporti fra Stato e privati di fondamentale importanza per tutto il progresso economico-sociale, ha ritenuto nece sario in,nanzitutto premettere che << efficienza della amministrazione dello Stato nelle attività economiche ed efficienza della iniziativa privata costituiscono in ogni nazione il presupposto essenziale del divenire economico-sociale ». Queste due efficienze, continua la mozione, debbono cooperare armonicamente. Stato e privati debbono, << con reciproco rispetto delle proprie attribuzioni», esercitare u11'azione concorde per lo sviluppo del lavoro e delle produzioni, e per elevare il livello di vita delle popolazioni. In particolare si ritiene indispensabile << valorizzare sempre più seriamente, in ogni azione dell'economia e del lavoro, l'elemento uomo >>,donde la necessità di rivolgere le massime cure all'educazione tecnico-professionale dei giovani, di consolidare e sviluppare le strutture di carattere generale e particolare per il più utile impiego delle forze nuove del lavoro. Si ritiene inoltre indispensabile una politica generale di equilibrio finanziario, di stabilità economica, di incoraggiamento alla formazione del risparmio e all'afflusso di cap}tale estero; una intensificata azione nel settore creditizio in favore degli sviluppi produttivi, specie per le aziende medie e piccole; infine un'opera della << stampa libera» per favorire [46] BibliotecaGino Bianco

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