Nord e Sud - anno II - n. 13 - dicembre 1955

sava tra questa e l'altra Sinistra, quella ' storica ', nella quale primeggiavano le preoccupazioni politiche, laddove la prima veniva come << eco dei collegi elettorali... come eco delle proteste dei collegi elettorali contro il malgoverno e contro la mala _amministrazione » (55 ). La Sinistra Giovane, infatti, non chiedeva rivoluzioni politiche o sociali, ma solo riforme finanziarie e amministrative, aveva cioè una posizione che oggi verrebbe definita, non senza un certo disprezzo, di illuminismo riformista. Pure, questo e non altro era il programma così come il De Sanctis lo presentava ai suoi elettori nel '65, lo ribadiva alla Camera nel '74. E .del resto v'è un lungo brano del Viaggio elettorale nel quale la composizione, le ragioni e la fu11zione storica del nuovo movimento sono illustrate in termini che non con- ' sent9no equivoci: « ... giovine sinistra, cioè quella sinistra del '65, composta il più di ricchi proprietarii, e di notabili locali, che gittarono giù la cosiddetta consorteria e vennero al Parlamento a protestare contro la cattiva amministrazione. Stranieri alle lotte politiche, uomini nuovi, come allora erano chiamati, conservatori per posizione e per educazione, espressione per lunga esperienza degl'interessi meridionali e locali, accettarono i nuovi ordini, e divenuti partecipi della vita italiana furono co' piemontesi della Permanente e con gli amici del Rattazzi la base di quella opposizione costituzionale senza di cui non è possibile un governo regolare >> ( 56 ). Certo il De Sanctis - come ha giustamente ricordato il Maturi (57 ) riprendendo un acuto giudizio del De Meis - .concepiva << le evoluzioni dei partiti politici con lo stesso senno col quale il Machiavelli dirigeva le evoluzioni delle ordinanze fiorentine ». V'era dell'astrattezza in quel suo concepire un movimento politico c.he fosse per così dire non-politico, c!1e cioè non mettesse innanzi preoccupazioni politiche e che n.on si definisse su questioni politiche, ma insistesse sulle riforme, dal sistema di contabilità dello Stato agli organici della burocrazia. E anche se talvolta avvertiva cl1e sotto il modesto nome di riforme amministrative e'era tutta la scienza sociale e tutta la politica (58 ), tuttavia il suo era un falso concretismo come ( 55 ) Discorso alla Camera, 23 aprile 1874, in Scritti e discorsi politici· cit., p. 330. ( 56 ) Un viaggio elettorale cit., p. 108. ( 57 ) W. MATURI, in Enciclopedia Italiana, sub voce. ( 58 ) Discorso tenuto a Napoli il 4 novembre 1874, in Un viaggio elettorale cit., p. 233. [38] BibliotecaGino Bianco·

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