Nord e Sud - anno II - n. 13 - dicembre 1955

in mezzo a1 greco e al latino, in mezzo ai dizionari1 e alle bibloteche, j11 mezzo al quadro ristretto ereditato dal Medio evo, Università, ginnasi, licei, mentre tutta l'Europa .civile ma~ifestava nuovi bisogni, mentre tutto andava innanzi, e mentre gli uomini speciali, i quali reggevano altri ministeri, provvedevano, incaricandosi essi dell'istruzione nelle materie speciali >> ( 40 ). Non abbiamo bisogno di rifar la tela di fondo su cui si stagliavano tutte queste idee e questi propositi del De Sanctis: il mutamento degli ideali intorno al '70 e soprattutto dopo la guerra franco-prussiana, i dibattiti sulla scienza e sulla scuola e sulla missione di entrambe come strumenti di liberazione delle antiche superstizioni e come pilastri della civiltà moderna, la nuova temperie spirituale inclinante al positivismo; di tutto ciò ha fatto da ultimo e magistralmente la storia lo Chabod (41 ). E da questa storia si ricava appunto quello che abbiamo già detto: che la tentazione realistica, l'attenzione alla crisi naturalistica, non furono fatti peculiari del De Sanctis, ma fanno una cosa sola con la crisi degli ideali nelle generazioni risorgimentali o immediatamente post-risorgimentali dell'Italia unita. E il De Sanctis non fu affatto il solitario prof eta progressista che a certi suoi recenti scopritori piace immaginare: per farsene storici occorre innanzi tutto calarlo nel clima che fu suo e vederlo non già isolatamente, ma in contatto e in contrasto con gli altri uomini. Solo a questo patto si intenderanno, fuori di ogni eqt1ivoca suggestione st1ggerita da vicende contemporanee, e il vero valore e sjgnificato delle sue affermazioni e il limite di cui egli le circondava e le riserve che muoveva ai troppi scalmanati o troppo corrivi assertori delle nuove fedi; si vedrà come, pur registrando i mutamenti e le crisi del suo tempo, egli restasse fedele nel fondo a se stesso. Proprio perchè partecipava alla comune ansia di rinnovamento, perchè ( 40 ) Discorso alla Camera, 28 gennaio 1862, in Scritti· e di.scorsi"politi~ci cit., p. 152; e cfr. discorso alla Camera, 30 maggio 1878, in Dai 'Discorsi Politici' cit., p. 396: << io... desidererei per l'Italia il momento in cui avessimo una scuola professionale di più ed una Università di meno; poichè, se noi guardiamo ai tanti centri industriali che sono in Italia, e quanto sia urgente di poter trasformare il paese e spingerlo verso le industrie e verso il commercio, è naturale che qualunque Governo che ami il paese, non possa desiderare altro». ( 41 ) F. CHABOD: Storia della politi"ca estera i"taliana dal 1870 al 1896, I, Le premesse, Bari, i951, soprattutto i capitoli primo e secondo della prima parte. [32] BibliotecaGin · ■ 1anco

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