·zione morale e civile italiana, al di là dei rimedi suggeriti, quel che conta qui è la fedeltà hegeliana del De Sanctis, una fedeltà che è assai illuminante sul suo atteggiamento mentale e sull'effettiva inclinazione dei suoi • • pens1er1. Questa sorta di ritorno alla Germania, questo storicismo che si vorrebbe quasi dire un po' conservatore, può stupire a tutta prima: nel 1864, trascorsa la delusione e l'irritazione del '59, il De Sanctis tracciava un alto elogio dell'Italia e della Francia, « i due grandi colpevoli» innanzi all'Europa retriva e feudale, i soli paesi che avessero avuto il coraggio di contrapporre il suffragio popolare al diritto divino, il principio di 11azionalità a quello di conquista, il mondo civile a quello antico e medievale. E Napoleone III cessava d'essere colui che s'era << servito del suffragio universale per fondare la tirannide dentro>> e diveniva « l'uomo che nelle sue tradizioni, nel suo odio l'Europa reazionaria porrà in cima a questa piramide di caduti» (33 ). Otto anni dopo, l'esperienza rivoluzionaria, che dopo tutto era quella che aveva messo capo a quel suffragio popolare ed anche a Napoleone III, era invece presentata come s'è visto, e tacitamente ma abbastanza chiaramente veniva suggerito il paradigma << anglo-alemanno ». È che anche il De Sanctis inclinava, come altri sebbene meno, al tornante che s'era disegnato nell'opinione italiana tra il '60 e il '70 e che 1~ vittoria della Prussia aveva come precipitato. Ed infatti, alcuni anni più tardi, nel 1877, polemizzando contro il frettoloso enciclopedismo offriva proprio il paragone dei tedeschi: « i tedeschi hanno una salvaguardia nell'educazione nazionale fortemente costituita. Quello che noi chiamiamo cultura essi dicono Bildung, cl1e significa insieme istruzione ed educazione, dove presso noi, fin dal tempo del rinascimento, la cultura fu separata dall'educazione, e ne uscì quel bel frutto che sappiamo tutti, la decadenza e la servitu nazionale>>.E tornando da ministro sul suo tema favorito dell'educazione fisica ricordava: << quando dopo il 1870, dopo le vittorie, il governo prussiano non si sentì ancora abbastanza forte e fece un nuovo decreto per promuovere le istituzioni ginnastiche, premise un sublime considerando ai motivi di quel ( 33 ) Il giudizio su Napoleone III è in una lettera ad A. C. de Meis da Zurigo, 19 luglio 1859, riprodotta in Scritti e discorsi politici1 ediz. Cortese, I (ma unico), Napoli, 1938, p. 39. Il discorso è quello 30 giugno ..1 luglio 1864, ivi, p. 254. [29] Biblioteca Gino Bianco
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