plicati ne' loro congegni, quando la vita interna vi era più debole e me11 rispettata; sicchè nè i concordati rinvigorirono la fede, nè le costituzioni rinvigorirono la libertà. Operando fuori di ogni tradizione e di ogni condizione storica, la società rimase in balia al lavorio de' cervelli ... » (31 ). La grande Rivoluzione, insomma, aveva peccato contro la storia in nome dell'intelligenza astratta, contro la spiritualità in nome dei 'lumi', si era voluta << fantastica e polemica contro tutto ciò che esiste>> (son parole dello I-Iegel), ed aveva perciò distrutto più che costruito. I tedeschi, invece, aveva detto lo Hegel nelle Vorlesungen sulla filosofia della storia, non avevano bisogno di fare una rivoluzione, poichè si erano già riconciliati con la loro realtà morale e giuridica: e la ragione potè incarnarsi in queste istituzion.i senza astratto furore distruttivo. E il De Sanctis faceva eco: << la scienza che nella società latina ingoiò più di quello che poteva assorbire e digerire, restò al contrario nella vita anglo-alemanna modesta ausiliaria, perchè ivi incontrò organismi formidabili, pieni di prestigio e di forza, e non si mise contro ad essi come nemica, ma penetrò ivi dentro con moto lento, ma continuo... ivi la scienza operava non fuori del limite, non contro il limite, ma entro di quello, e illuminava dall'alto la vita senza mescolarvisi, senza sforzarla, contenta alla sua parte modesta ... ». Più che il divorzio, dunque, quel che premeva al De Sanctis criticare era la prevaricazione della 'scienza' ai danni della 'vita', e soprattutto quel che gli premeva ristabilire era il violato se11sodel ' limite ': << una forma progredisce <lavvero quando riconosce il suo limite nelle altre forme; e le studia e le compre11de e le rispetta e fa di quelle il suo vestito ... Un gran progresso ha fatto la scienza, quando è giunta a riconoscere il suo limite nella vita, e si è fatta potente, perchè si è fatta modesta » (32 ). Al di là della diagnosi della situa- ( 31 ) La scienza e la vita, in Saggi Critici cit., III, p. 150; cfr. V. Cuoco: Saggio storico sulla rivoluzione di Napoli, II: << Non vi era esempio di rivoluzione che volendo tutto riformare avea tutto distrutto: le altre aveano combattuto e vinto un pregiudizio con un altro pregiudizio, un'opinione con un'altra opinione, un costume con un altro costume; questa avea nel tempo istesso attaccato e rovesciato l'altare, il trono, i diritti e le proprietà delle famiglie, e finanche i nomi che nove secoli avean resi rispettabili agli occhi de' popoli ... ». ( 82 ) La scienza e la vita, in Saggi Critici cit., III, pp. 152-53. [28] Biblioteca Gino Bianco
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