raie, e che tale realtà procura di imitare; ma con questo non 5i è ancora artista: quello che crea l'arte è << il vivo sentimento dell'ideale umano e la potente immaginazione costruttrice e rappresentatrice>> (17 ). E la poesia - ripeterà l'anno dopo, tornando a discorrere del romanziere francese - è tutta nella forma: « e la forma è quella che vi ho chiamata forma ideale, è la cosa ingrandita dall'immaginazione; le forme sono l'espressione, lo stile, il colore >>(18 ). Finalmente, nell'ultimo suo scritto d'impegno, il De Sanctis ribadisce con fermezza le idee che non ·,avevamai cessato di professare, e ricorre perfino alle stesse espressioni di una volta, per mettere in evidenza il carattere soggettivo del processo di creazione artistica, la trasfigurazione del reale che si produce in questo processo, la necessità della invenzione individuale perchè la poesia si realizzi, perchè la potenza della suggestione del reale si faccia atto poetico: << quando un oggetto, o piuttosto l'immagine di un oggetto si presenta nel nostro cervello, noi ne riceviamo una impressione; e quando quella immagine vogliamo tradurla al di fuori nella parola, questa contiene in sè non solo l'oggetto, ma l'impressione prodotta. Quella immagine è l'oggetto trasformato nel cervello.... Cjò che oggi domanda il critico ed il pubblico, è questo solo: ci è in questo lavoro d'arte quella tale immagine, uscita da un'impressione vera e viva nel cervello? Ci è nel cervello dell'artista luce, calore, quella forza allegra che produce e che si chiama genialità? ... >>(19 ). Si è di proposito preferito far riferimento solo agli ultimi lavori del De Sanctis, perchè balzasse fuori con più evidenza quanto mitica è questa famosa conversione al realismo. E si deve aggiungere che una ricostruzione del pensiero desanctisiano articolata in due o tre o più fasi, ,ben precise e distinte e che si sviluppano l'una dall'altra, ha solo l'apparenza di un'ordinata comprensione storica, ma nella sostanza è antistorica, poichè non coglie il vero ritmo del pensiero del grande critico, che è piuttosto quello di un continuo provare e riprovare le idee nelle ·analisi particolari, e quindi un arricchire di determinazioni le idee stesse, che non un 'mutarle ( 17 ) Studio sopra Emilio Zola, in Saggi Critici cit., III, p. 268; e cfr. Zola e l'Assommoir (1879), ivi, III, p. 295: << egli non è un creatore di arte nuova, e neppure un precursore come si tiene. È un fenomeno, o se vi piace meglio, un sintomo ... ~. ( 18 ) Zola e l' Assommoi·r, in Saggi Critici cit., III, p. 283. ( 19 ) Il darwinismo nell'arte (1883), in Saggi Critici cit., Ili, p. 319. [21]- Biblioteca Gino Bianco
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