Nord e Sud - anno II - n. 13 - dicembre 1955

modo gli si poteva contestare di negare la parità di contenuto e . ÌOrnià, e soprattutto gli si poteva rimproverare di spezzare quell'equilibrio in nome del quale s'era battuto contro la forma vuota, contro il formalismo. Ma egli, sebbene non fosse e quasi non desiderasse essere filosofo professionale, non doveva fare molto sforzo di raziocinio per cogliere che altro è affermare la medesimezza del contenuto e della forma nell'opera di poesia, e altro è insistere su una loro matematica ed astratta parità, e soprattutto che altro è questa medesimezza che si è detta ed altro l'attivo spirito poetico. Perciò, anche quando osservava che l'argomento non è una tabula rasa su cui si possa imprimere il suggello che piace, ma una realtà che contiene già. la sua poetica, e cioè le sue leggi organiche, il concetto, le sue parti, la sua forma e il suo stile; anche quando si esprimeva in chiave così scopertamente contenutistica, si affrettava ad aggiungere che solo chi era dotato di anima di poeta poteva cogliere tutto ciò (10 ). E negava quindi nella sostanza l'autonomia del contenuto. Q,ual è mai, infatti, questa poetica delle cose, cosa sono queste lacrimae rerum, che non esistono se un vero poeta non se ne avvede e non le trae a sè e non confonde con esse la sua anima? Tutti i contenuti sono in astratto uguali (anche se il Gerratana sembra aggiungere, orwellianamente, che ve ne sono alcuni più poetici degli altri!): ma in concreto la poesia nasce dove e'è il ' cervello ' poetico, tanto per adoperare una parola cara al nostro critic9. E se una volta trasportato dalla passione potè esclamare che <<quando esiste il contenuto, picchia e ripicchia, a lungo andare si fa la via, si crea la forma sua», si trovò poi costretto a far <<piovere>>in Italia la parola 'romanticismo ', per spiegare perchè quella volta la lanterna di Diogene non aveva dato luce e il « nuovo contenuto » non aveva potuto trovare la « forma sua». La spiegazione era semplicistica, poichè era astratto il modo di porre la questione, di rappresentare come suscettibile di diventare <<contenuto poetico >>il <<nuovo contenuto, morale, religioso, democratico, politico, nazionale>> che si era venuto sviluppando nello spirito italiano nella seconda meta del secolo XVIII (11 ): astratto poichè il contenuto poetico ( 10 ) Dell'argomento della 'Divina Commedia', in Lezioni e saggi su Dante, ediz. Romagnoli, Torino, 1955, pp. 532-33. ( 11 ) La scuola cattolico-liberale e il rotnanticismo a N apolì, ediz. C. Muscetta e G. Candelora, Torino 1953, pp. 5-6; ma più avanti non senza qualche contraddi- [18] Biblioteca Gino Bianco

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