Nord e Sud - anno II - n. 13 - dicembre 1955

nella relazione che il critico irpino stabilisce tra l'artista e 1a sua materia. Prima di parlare di propensione materialistica bisogna chiarire compiutamente questa relazione. E sulla natura di essa mi pare che un'attenta lettura dei testi desanctisiani non lasci alcuna possibilità di dubbio, a qualunque periodo della vita di lui i testi stessi appartengano. « Ogni contenuto - scriveva il De Sanctis intorno al '58, facendo i suoi conti con lo Hegel - è una totalità, che, come idea appartiene alla scienza, come esistere :materiale appartiene alla realtà, come forma appartiene all'arte. Il che ... non vuol dire che il poeta, cogliendo il contenuto come forma, debba sopprimere il resto, cioè a dire quello che ci è di religioso, di politico, di morale, di reale; ma che tutto questo debba comparire come forma, bello, sublime, orribile, brutto, ecc.... » (6 ). Sono parole che lo stesso Gerratana ha ricordate e che vogliono dire appunto che la realtà obiettiva si trasfigura, anzi si deve trasfigurare, trasformare nella opera di poesia: la fede o la politica non appaiono più come tali nell'opera d'arte, ma ,come bellezza. D'altro canto, proprio nel Saggio sul Petrarca, il critico osservava che di tutta la realtà non rimane nulla fuori di quello di cui noi ci impadroniamo: « e che altro, dunque, rimane della storia fuori di quello che lo spirito fa suo? Tutto l'altro se ne stacca e imputridisce» (7 ). Ma, lasciando da parte tutta la storia e limitandoci al problema estetico, come avviene per il De Sanctis questa trasfigurazione del contenuto? Nelle Lezioni sulla letteratura i·ta/,ianadel secolo XIX si può leggere una frase abbastanza rivelatrice: « nella realtà artistica sono due elementi: l'esterno naturale, e poi l'azione del cervello sulla nostra visione>> (8 ): il De Sanctis aveva ben individuato il principio attivo e interiore della creazione artistica e su esso aveva sempre insistito, magari con monotonia. « La forma - aveva già scritto nel Saggio sul Petrarca - è il bambino del nostro cervello; e il problema dell'arte è di sapere se quel cervello ha forza produttiva e se quel bambino è creatura vivente, è nato vivo>> (9 ). È ben vero che al De Sanctis dovè sembrare talvolta che a questo ( 6 ) L'idea e l'estetica dello Hegel, in Opere, ediz. Cortese, XIII, Napoli, 1940, pagina 244. ( 7 ) Saggio sul Petrarca cit., p. 80. ( 8 ) La letteratura italiana nel secolo XIX, in Opere, ediz. Cortese, I, p. 162. ( 9 ) Saggio sul Petrarca cit., p. 34. f17] Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==