DIECI ANNI DI CULTURA IN 1TALIA De Sanctis, "precursore" conteso di Vittorio de Caprariis Nè persuasiva nè plausibile si può considerare la ricostruzione dell' estetica desanctisiana così come è stata delineata dallo stesso Gerratana (1 ) e che dovrebbe costituire, conformemente all'ambizione di liberare il De Sanctis dal Croce, il primo tentativo di opporre uno studio organico della filosofia dell'arte del maestro irpino a quella che il Croce stesso aveva procurato in più riprese di fornire. Ma prima di analizzare le affermazioni del Gerratana converrà fermarsi brevemente sul criterio metodologico che l'autore difende e a cui evidentemente si attiene, e che è il criterio di chi non avendo inteso la genuina metodologia storicistica, sente non so quale validità della reazione positivistica e insieme avverte la grossolanità di cosiffatta reazione e le contraddizioni di questa coi suoi stessi principi, epperò si sforza di correggerla con l'aiuto della dialettica marxistica e invece ne aggrava i difetti, e fraintende lo stesso marxismo. L'errore dell'interpretazione «idealistica>> dell'estetica desanctisiana sarebbe stato nell'aver questa << tentato di interpretare e spiegare tutta l'opera del De Sanctis alla luce di principi ad essa completamente estranei»: ed oggi si dovrebbe invece « restaurare il significato originale>> dell'opera del vecchio maestro senza sottoporlo ad una nuova revisione. Soltanto quando questo sarà stato fatto, << si potrà vedere quanto della sua estetica rimanga tuttora valido e possa essere assimilato in una nuova concezione, sorta sulla base di una nuova esperienza storica>>: come sarebbe accaduto al Marx di fare per la filosofia dello Hegel (2 ). Ora, se non si vogliono fare giochi di parole, si dovrà pur ammettere ( 1 ) Introduzione ali'estetica desanctis1:ana, in Società, 1953, pp. 22-57. ( 2 ) GERRATANA: Introduzione cit., pp. 22-23. [14] Biblioteca Gino Bianco
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