Nord e Sud - anno II - n. 13 - dicembre 1955

, sanciti i princìpi fondamentali ed inderogabili della libertà di religione, di culto, di propaganda, e di stampa. Se la risposta al quesito fosse negativa, il bilancio si chiuderebbe in assoluta perdita: il progresso - strumentale, economico e sociale- fa i suoi passi anche sotto i regimi oppressivi e tirannici, che si battono magari, pur' essi, per un miglior livello delle mercedi operaie o per la riduzione della giornata lavorativa; ma, a nostro avviso, non è possibile parlare di incivilimento e, anzi, di civiltà, se non dove soffia, veemente e gagliardo, lo spirito della libertà. 11 nostro discorso da qui in poi deve spostarsi alla considerazione di quanto è avvenuto ed avviene ali' estero, segnatamente in Francia: in quel Paese la, lezione della storia insegna che nell'interno delle varie comunità cattoliche nazionali le istanze del liberalismo non hanno mancato di fare sentire il loro influsso attraverso scontri ed aspre battaglie sostenute contro il gruppo dei « duri a morire >, dei conservatori ad ogni costo dello statu quo; con il risultato che, in definitiva, gli spiriti più colti ed illuminati, e maggiormente cristiani, sono venuti, sia pure attraverso una sconcertante serie di corsi e ricorsi, assumendo un peso e un'autorità considerevoli. Oltralpe, infatti, se agli inizi del secolo decimonono i cattolici e la organizzazione ecclesiastica appaiono orientati in maniera del tutto ostile alla rivoluzione dell'89 e alle sue conquiste, dalle quali va maturando il nuovo Stato liberale e democratico, fin già da quei lontani anni v'è, tuttavia, chi, come il Lacordarie, ammonisce: << Cattolici, se volete la libertà, bisogna volerla per tutti gli uomini e sotto tutti i cieli. Se non la chiedete che per voi, non ve l'accorderanno mai; datela dove siete i padroni, acciocchè vi sia concessa dove siete schiavi ». Naturalmente i cattolici medioevalisti, i fautori di un ritorno a situazioni ormai perenti e desuete, non rinunciano alle loro aspirazioni e ai loro principi; così - sembra una battuta di bello spirito, e si tratta, invece, di un dibattito parlamentare - durante i lavori dell' Assemblea Nazionale Legislativa nella seduta del 15 luglio 1851, mentre il deputato Le Coquerel prende la parola per dimostrare che << il Vangelo è profondamente repubblicano », il Presidente Dupin gli controbatte che la sua asserzione non appare fondata, in quanto Gesù ha detto: << Il mio regno non è di questo mondo»; e non ha affermato: << La mia repubblica non è di questo mondo». Di fronte, però, alle piacevolezze dei die-hards, Montalembert, do- • po avere operato una distinzione tra << l'intolleranza dogmatica e la tolleranza moderna », propone con sensibilità segnatamente liberale, al Congresso di Malines del 1863, il quesito: << Si può oggi domandare la libertà per la verità, cioè per se stesso (poichè ciascuno, se è in buona fede, si ritiene nel vero) e rifiutarla all' errore, cioè a coloro che non pensano come noi? Per parte mia rispondo decisamente di no,. Ancora dopo il ralliement e l'invito di Leone XIII ai cattolici francesi a desistere da un atteggiamento di preconcetta ostilità contro La Terza Repubblica e le sue istituzioni, gli elementi maggiormente retrivi finiscono con il concedere alle lusinghe dei camelots du roi e con l'aderire al movimento della Action Française, che in definitiva considera la religione unicamente come un instrumentum regni, un pun- [1_27] Biblioteca Gino • 1anco

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