Nord e Sud - anno II - n. 13 - dicembre 1955

dimeno, poichè essi saranno dalla parte della conservazione, a difesa dell'ordine costituito, rinunceranno ad una più vasta azione sociale, ad un rinnovamento della società ab imis, con il risultato che di fronte al comunismo si troveranno in posizione di difesa, costretti a subire l' offensiva nen1ica, anzichè a spiegare vigorose azioni di attacco. L'altra conseguenza sarà che il nuovo partito cattolico - Partito Popolare Italiano prima, e Democrazia Cristiana poi - resterà ancorato e succube dell'alta gerarchia ecclesiastica, la quale è per sua natura schiettamente conservatrice, intenta alla difesa dei propri privilegi. Per quanto concerne il Partito Popolare la campana comincia a suonare a pericolo appena un anno dopo la nascita di quel partito, allor-~ chè nel 1920, in occasione delle elezioni amministrati ve di :Niilano, le decisioni, suggerite dal centro, di presentare una lista autononia e separata sono avversate · e smentite dal Cardinale Andrea Ferrari, il quale invita gli elettori a votare in fa-- vore dei candidati del « Blocco nazionale», una ibrida comn1istione di consorteria conservatrice lombarda e di nascente fascismo: se i quadri del Partito stan-- no fermi al loro proponimento, la mag-- gioranza degli elettori riversa i suoi suffragi sul << Blocco nazionale ». Successivamente, la situazione precipita in maniera irreparabile, allorchè il 26 giugno del 1923 sulle colonne del giornale cattolico Il Corriere d'Italia appare il noto articolo di Monsignor Pucci, inspirato dall'alto e ·inteso ad ammonire Don Sturzo a non creare fastidi e guai alla gerarchia vaticana di fronte al ralliement che da oltre Tevere si andava operando con il fascismo: tutto quanto poi accade - il disinteresse ostentata dall'autorità ecclesiastica per le sorti del Partito popolare, l'esilio di Don Stur-- zo, la dispersione di quel partito ad opera di Mussolini, il quale aveva compreso dove il vento soffi.ava- è conseguente e strettamente concatenato. Ebbene, a tanti anni di distanza, dopo le esperienze del fascismo e del nazismo, dopo le stragi e i lutti della guerra, l'impressione è che la gerarchia ecclesiastica non abbia appreso la lezione delle cose, che essa stia ferma agli .stessi punti di vista del 1920, che consideri la Democrazia Cristiana - come ieri il Partito Popolare - alla stregua di una << ipotesi », e che la << tesi » sia rappresentata da un regime, se non alla Franco, per lo meno alla Salazar. Ma, ciò che è più grave, l'azione incerta e contradditoria della Democrazia Cristiana avvalora il sospetto che quel partito sia privo di forza ·autonoma ed adeguata; non si sa insomma fino a che punto potrebbe convenientemente resistere alle pressioni delle gerarchie, se messo alle strette dai circoli d'oltre Tevere. Tuttavia, il problema fondamentale rimane, a nostro avviso, quello dei rapporti tra la Chiesa e il liberalismo: anche se la Chiesa e il Papato, infatti, possono divenire magari socialisti - pure questa formula è dovuta, come è noto, allo Spadolini - si tratta di indagare se essi, come vorrebbero taluni, siano rimasti, o meno, estranei allo << spirito dei tempi » e alle grandi conquiste del secolo scorso, che hanno condotto alla formazione degli Stati democratici, alle moderne comunità pluralistiche; presso le quali i vari individui obbediscono ad istanze e sollecitazione diverse, è stato riconosciuto diritto di cittadinanza a teorie e concezioni di segno opposto, in altre parole risultano " [126] Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==