.. Il 1950 fu l'anno della riforina agraria, della Cassa del Mezzogiorno, del << terzo tempo sociale». I liberali fuori del governo, repubblicani e socialdemocratici impegnati nella collaborazione ministeriale. Alcuni miti dovevano più oltre andare in pezzi: la previsione di una fortunata opposizione liberale su motivi di conservazione, pur non indulgente verso i fermenti monarchici e neo-fascisti che già si annunciava110 in vista delle elezioni, e la previsione di una efficace caratterizzazion·e dei repubblicani e dei socialdemocratici come partiti riformatori condizionanti la Democrazia Cristiana. Nelle successive elezioni amministrative la D.C. doveva raccogliere consensi sulle proporzioni, sep-pur ridotte, del 18 aprile, anzichè incorrere nel «ridimensionamento» sulle misure del '46. Del « terzo tempo sociale >>repubblicani e socialdemocratici non raccoglievano che i rancori • contro il monopolio cl.e. e il sottogoverno. Il P.R.I. falliva la sua prova di partito << di opinione » mentre la socialdemocrazia, già contrastata dalla lenta ripresa del P.S.I., si accingeva pessimisticamente ad affrontare un biennio di cauta opposizione elettoralistica. Svalutata a sinistra dalla polemica socialcomunista l'azione riformatrice, il P.L.I. vedeva lievitare frattanto a destra il !aurismo e il neofascismo, mentre il << vespismo >>democristiano faceva propri i motivi della destra economica. Nel '51 il governo già quadripartito era bipartito: D.C. e P.R.I. Il dibattito sull'unione laica avrebbe potuto difficilmente impostarsi su tre indirizzi politici diversi, il solo denonìinatore fra i tre partiti laici non potendo ormai individuarsi che in una polemica aperta e diretta contro la Democrazia Cristiana in nome dei motivi costantemente più temuti e scongiurati da De Gasperi. Nondimeno, in occasione del Consiglio Nazionale del P.R.I. del novembre 1951, La Nialfa formulava la sua proposta per una << Costituente programmatica>> ·tra i partiti di democrazia laica. << Il primo Parlamento repubblicano che sta per esaurire il suo compito ha avuto il merito di definire la posizione ìnternazionale dell'Italia, di lottare contro il totalitarismo di destra e di sinistra, di avere impostato la riforma agraria e realizzato istituti come la Cassa del Mezzogiorno. Ma la sua azione, specie nel campo economico e sociale, è stata spesso frammentaria e convulsa. I partiti democratici laici hanno il dovere, nel rispetto· della loro autonomia ideologica e dottrinaria, di tentare una costruzione programmatica comune e di porre questa a base della loro lotta elettorale nel Paese. I grandi raggruppamenti debbono dire all'opinione pubblica quale pro- [116] Biblioteca Gino Bianco
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