in permanenza, col compito di chiamarli mensilniente a rapporto, informarsi delle loro evoluzioni, ascoltare le loro confessioni. Non si diceva però· quello che oggi il giudizio della rivista democristiana riferito a quella nota ci esorta a dire in tutte lettere: che la vera intenzione di quella corte che siede in permanenza, comunista prima, ora anche democristiana, consi- . ste nell'alimentare vanità per strappare adesioni, nell'avanzare << fini critici» per camuffare intenti politici. Solo alla fine della replica di Prospettive meridionali si scopre la ragione del suo malumore: << La discussione, la confessione, è utile se condotta a fini critici. Se condotta ai fini di " distorsione " è dannosa. Si tratta di dire con chiarezza dove è condotta a fini critici, e dove a fini di "distorsione". Per esempio, il dibattito di Prospettive meridionali a noi par utile e importante proprio per i fini critici cui tende ». Vogliamo allora portare il discorso alle sue estreme conseguenze, trasferendolo dal pi~ano critico, che è solo ['apparenza, al piano politico, che è la sostanza? Dopo le lusinghe della politica frontfsta dei comunisti, i << giovani scrittori » si trovano oggi e~posti anche alle lusinghe della « politica dei notabili» (di cui opportunamente parlò De Gasperi al Congresso di Napoli della D.C.), la quale si rivolge tra l'altro ai letterati, che rappresentano appunto una certa specie del genere <<notabili». Per i letterati del Sud c'è ora Prospettive meridionali. Noi riteniamo che Prospettive meridionali faccia il suo mestiere quan• do avvia questa politica nei confronti, ponianio, di collaboratori della terza pagina del Paese sera_; sia che solleciti una discussione come quella di cui stiamo parlando, sia che spedisca Rea a Pesto e Prisco a La Martella. Però, nel definire il sottinteso politico di queste rassegne, anche noi facciamo il nostro, che è - in questo caso - di auspicare nei << giovani scrittori» una minore civetteria ed una niaggiore reticenza. Ed anche di esortarli a f aref una propria scelta e serbarle fede; ad essere cioè soggetti politici e non oggetti di una politica, sia essa quella del << frontismo culturale» dei comunisti, o quella dei << notabili » di Prospettive meridionali. [109] BibliotecaGino Bianco
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