tonati a Roma, che la soppressione di un bandito significasse il ritorno in Sicilia della legalità vera. Ciò perchè ogni isolano sa molto bene che, se no11 si attaccano alle radici le due piaghe antiche, brigantaggio e mafia, esse co11tinueranno a riaprirsi, croniche. E il primo rimedio (oltre l'alleggerimento della pressione demografica mediante l'emigrazione) è di modificare la struttura sociale della proprietà agricola. Che il brigantaggio sia il darsi a correre in armi le campagne, con agguati, rapine, ferimenti e omicidi, è ben chiaro. Ma che è, esattamente, la mafia ? Una volta, a Montecitorio, Vittorio Emanuele Orlando, <<il Presidente della Vittoria», per decenni candidato unico e vittorioso del collegio elettorale di Partinico (che include Borgetto, Cinisi, Montelepre, ecc., cioè il cuore della delinquenza mafiosa isolana), precisò che <<mafia», nel significato antico, è sentimento del coraggio, della lealtà, dell'onore e della giustizia; e, in questo senso, l'illustre giurista e parlamentare si disse fiero d'essere anch'egli un mafioso, ben calcolando, sotto il trasparente velo del suo distinguo ( « mafia nel significato antico>>), quanto producente sarebbe stata per le sue fortune politiche quest'abilissima pubblica adulazione verso i propri << grandi elet.. tori». Eppure, sul piano strettamente etimologico, l'Orlando disse il vero; chè, come ricorda il Pitrè, il maggiore studioso dei costumi della Sicilia, all'inizio la parola « mafioso>> significava qualcosa di bello, grazioso, eccellente; e non aveva quindi alcun senso cattivo. Nacque questa parola all'inizio del secolo XIX in un rione di Palermo, il Borgo. Come scrive il Villari ne Le lettere meridio1iali, la parola <<mafia » viene dal gergo delle carceri, da dove si diffuse con una commedia del Rizzotto. È dopo oltre un secolo che « mafia » e « mafioso>> indicano un fenomeno nuovo, una forma di associazione guidata da un suo codice <<d'onore», formatosi come un diritto consuetudinario. Le sue regole non sono scritte, ma ben conosciute e profondamente sentite da tutti gli affiliati, che hanno come norma fondamentale l'omertà, che si realizza facendosi giustizia con le proprie forze e mantenendo il più assoluto silenzio di frcnte alla legge, alla quaie ogni vero mafioso non si rivolge mai, per qualunque torto subìto; sia perchè la radice psicologica della mafia è la più completa sfiducia, anzi il disprezzo, verso la polizia e i ·magistrati; sia perchè, secondo lo spirito di questa associazione, l'uomo è « omu >> (cioè uomo nel senso forte) quando sa e può farsi giustizia da sè. Naturalmente un.a società simile, dove rivive la sanguinosa medioevale faida, disprezzando la sanzione del- [101] Biblioteca Gino Bianco
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