Nord e Sud - anno II - n. 12 - novembre 1955

r ' I . . I ..... Pira è riuscito a far stanziare dal Consiglio comunale, dopo tempestose discussioni, 250 milioni: le opposizioni tuttavia permangono fortissime. La struttura della disoccupazione tc1 Firenze è naturalmente molto di-• versa da quella delle località sin qui passate in veloce rassegna. Il mercato del lavoro manifesta qui, tutto sommato, ben altra elasticità, e il fenomeno· della sottoccupazione è contenuto entro limiti relativamente modesti: per contro nelle liste del collocamento figura un'aliquota abbastanza elevata di disoccupati <<abituali», in genere manovalanza generica il cui avviamento al lavoro pone problemi, talvolta soprattutto psicologici, di non semplice soluzione. Altro gruppo difficile è quello dei disoccupati app,artenenti alla numerosa· comunità fiorentina di profughi istriani e delle isole egee. I secondi, in complesso, si sono però abbastanza bene inseriti nel piccolo e a volte anche nel grosso commercio locale: si dice che la prima antenna della televisione di Firenze ~ia stata innalzata sul tetto di una baracca del campo profughi. Gli iscritti alle liste della disoccupazione si mantengono su una media di 8-9.000 unità. Nel novembre del '54 ascendevano esattamente a 8.368.. Avuta l'assicurazione che la città sarebbe stata compresla nell'esperimento,. l'Ufficio regionale del lavoro e l'Ufficio cantieri del Comune si sono affrettati ad elaborare un vasto programma da sottoporre al Ministero, che prevedeva l'aperturia di 76 cantieri e 68 corsi con 6.000 partecipanti. Scartati gli invalidi, i pensionati, una parte delle casalinghe in cerca di occupazione, · eccetera, cioè tutti quei gruppi presenti in gran numero nelle liste del collocamento delle città, a Firenze si sarebbe potuto parlare senza esageràzione di <<piena occupazione>>,o qt1iantomeno, come ha scritto un giornale fiorentino notoriamente avverso a La Pira, di <<piena·sottoccupazione». Invece ai cantieri è stato possibile avviare nel primo semestre solo 1872 disoccupati sui 4345 previsti, e ai corsi 883 sui 1641 del programma. A Firenze si è anche pensato, come in altri tre o quattro comuni dell' esperimento, di aprire corsi professionali p,er ragazzi, di quelli che in linguaggio ministeriale vengon detti « normali»: se ne erano preventivati 16 con 380 allievi, e si è riusciti ad istituirne 3 con 35 frequentanti. Molti disoccupati, insomma, anche di quelli che affollano in permanenza l'anticamera del Sindaco, han preferito, e comunque hanno potuto starsene a casa, magari dedicando il tempo alla ricerca di un'occupazione stabile. La disoccupazione fiorentina, che certamente nel complesso presenta un quadro tutt'altro che Biblioteca Gino Bianco

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