tutela. La mafia è << uno Stato nello Stato »: soltanto la debolezza del Governo può favorirne l'incremento, l'audacia, la potenza. Ciò la mafia sente. Lo sanno, soprattutto i dirigenti, i quali hanno una saggezza, una prudenza, e una esperienza, degne di considerazione, e curano i propri interessi, mostrando di appoggiare e di favorire il Governo allorchè hanno la certezza di trovarsi in condizioni di inferiorità o di temere la severità delle leggi, pronti a manifestare la propria indipendenza, autorità e potenza, in caso di allentamento della forza degli organi statali, l'unica i~onea a mostrare la persistenza della sovranità dello Stato. Dalle Americhe, in occasione della morte del Comm. Calogero Vizzini avvenuta il 12 luglio scorso è giunta l'eco della solidarietà al lutto della famiglia: alla famiglia dei congiunti, e alla grande famiglia che Io aveva per sovrano. Tutti i giornali hanno rilevato questo significativo omaggio, che ci rende consapevoli dell'esistenza oltre oceano di infiniti legami, che chiamerò sentimentali, fra la roccaforte della mafia e la lontana periferia. Oggi si fa il nome di un autorevole successore nella carica tenuta da Don Calogero Vizzini in seno alla consorteria occulta. Possa la sua opera essere indirizzata sulla via del rispetto alle leggi dello Stato e del miglioramento so€iale della collettività». Siamo quindi in presenza, non solo di un tono inconcepibile se non altro per chi ricopre certi incarichi, ma anche di giudizi che meriterebbero l'intervento del Ministro della Giustizia, la sanzione del Consiglio Supe-- riore della Magistratura ed, essendo mancato tutto questo, una vigorosa interpellanza in Parlamento. Intanto i delitti continuano. E' del mese di settembre l'uccisione di Giovanni Arduino detto << il boia di Roccanera >>,perchè considerato da anni l'esecutore delle sentenze di morte pronunciate dal misterioso tribunale della mafia. Più volte confinato e ammonito, l'Arduino, che allora era a piede libero è stato colpito col figlio undicenne da una scarica di fucili da caccia; poi entrambi sono stati finiti a colpi di pistola. Tutto ciò nella campagna di S. Giuseppe J ato, non lontano da Palermo. Qui il movente della vendetta, dati i trascorsi del <<boia>>n,on sembra discutibile. Si tratta, cioè, di un caso molto diverso da quelli in cui hanno trovato la morte Carnevale e Spagnolo. Ma c'è da augurarsi che i colpevoli vengano scoyati 1 dalla polizia prima di essere scovati dagli amici mafiosi dell'ucciso. Il comBiblioteca Gino Bianco •
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