Nord e Sud - anno II - n. 12 - novembre 1955

' sentire perpetuare su di essa le più astruse ipotesi e le più disparate opinioni .. Pure di recente un'inchiesta condotta da alcuni autorevoli senatori per l'accertamento delle origini del << fenomeno », parlò della << organizzazione occulta.» come se ne era parlato dal Franchetti nel ·1876. Sarebbe bastato che si fossero intesi i Presidenti delle Corti di Assise della Corte di Appello di Palermo, che amministrarono giustizia dal 1924 al 1934, ovvero quei valoro .. sissimi giudici istruttori dell'epoca (ricordo fra tutti l'oggi Presidente della Corte Palermita11a, dott. Ferdinando Umberto Di Blasi, S. E. Gabriele Volpe, il dr. Salvatore Petrone, il dr. Giuseppe Giacone) e le conclusioni sarebbero state diverse, più aderenti alla realtà: in sostanza press'a poco, quelle che qui riassumerò ». Ed ecco le conclusioni, cui, dopo tanta prosa zuccherosa per descrivere la visita del capo mafia e il rinvio a tanto autorevoli personaggi, giunge imperterrito, il nostro alto magistrato: cc La mafia non ha nessun pu,nto in comune con la camorra napoletana, , nè con l'onorata società calabrese ,eccetto l'origine del mal governo borbonico il fondamento antigiuridico. Delle tre pìagh_e tramandateci dall'antico regno delle due Sicilie la mafia ha caratteristiche economico-sociali che la distinguono nettamente dalle altre due, le quali attingono le loro forze alla comune e più bassa delinquenza. Si è detto che la mafia disprezza polizia e magistratura ; è una inesattezza. La mafia ha sempre rispettato la magistratura, la Giustizia, e si è inchinata alle sue sentenze e non ha ostacolato l'opera del giudice. Nella persecuzione ai banditi e ai fuorilegge, cioè a coloro che non reputa << uomini d'onore» e indegni quindi di essere protetti come mafiosi ha affiancato addirittura le forze dell'ordine. Non ha avuto troppe simpatie, n~ ne ha per la polizia; ciò è dovuto alle reminiscenze storiche della polizia borbonica e alla diffidenza verso i sistemi inquisitori dei preposti alla sicurezza pubblica. Però dopo il 1928 molto è mutato in siffatto campo e si sono avute di recente, in Sicilia, le prove di un affiancamento della mafia alle forze dell'ordine. Rimane soltanto l'omertà, espressione indiretta di favoreggiamento; però, oggi non può dirsi che sia una taccia esclusivamente siciliana. Concludendo, la mafia è un fenomeno sociale derivante dai vari problemi agrari connessi al latifondo siciliano, e i ricordi poetici, romantici, e via dicendo, di tutto quanto può riguardare il sentimento e la natura del- · l'individuo non saranno le manifestazioni antigiuridiche che gli aggregati, . o per interesse collettivo o, per lo più, per interessi singoli, perpetrano in contrasto con le leggi dello Stato e contro gli organi preposti alla pubblica Biblioteca Gino Bianco

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