provincia di Matera, donde solo due volte potè venire a Palermo con le manette, per essere affidato alle grate dell'Ucciardone, imputato in due processi per associazione a delinquere. Assolto in entrambi, potè in seguito ritornare a Villalba, dedicandosi esclusivamente alle cure della sua azienda che, piccola tardiva consolazione, venne persino premiata dal Ministero dell'Agricoltura per l'eccellenza di un prodotto speciale delle terre nissene: le lenticchie. Fu però durante il confino in Lucania che Calogero Vizzini subì un duro colpo finanziario: nell'impossibilità di curare, come doveva, i propri interessi, fu costretto a svendere un'azienda che pochissimi in Italia sapevano fosse venuta in sua proprietà: nientedimeno che le Terme di Chianciano. Potè vendicarsi con una geniale burla, forse la più grossolana di tutto il ventennio. Ottenere la sottoprefettura era antica aspirazione di Alcamo, dalle cui vigne stilla un aromatico « bianco » fra i più asciutti e gagliardi. Le autorità cittadine chiesero consiglio a Don Calò. Questi dapprima si strinse nelle spalle, perchè non erano più i tempi di una volta: c'era stato il voltafaccia di Mussolini. · Tutt'al più, suggerì Don Calò, si poteva escogitare uno stratagemma che contentasse anche il duce, una volta che questi aveva affermato che « il numero è potenza ». Fu così che il consimento, eseguito poco dopo, fece palpitare di gioia le gerarchie della <<Trinacria>>,come nei discorsi ufficiali si chiamava la Sicilia: un repentino incremento demografico fu registrato ad Alcamo. Infatti, chi confronti i dati sulla popolazione di Alcamo, vedrà che essa secondo la guida del Touring Club Italiano (edizione 1919), ammon• tava a 31765 abitanti, mentre in quella del 1928 saliva a 63051, per poi scendere nel '32-'33 (secondo l'Annuario generale, pure del Touring), a 51194. Come mai un così brusco salto e poi una così sensibile discesa? Semplice. Le cifre del '28 erano false. Gli abitanti di Alcamo, passatasi la voce, credendo che anche ciò fosse, in fondo, una cosa innocua, e anzi utile per ottenere la sottoprefettura, a mano a mano che il messo comunale, Giuseppe Fulco, passava con le schede per il censimento, aumentavano di , u11ao due unità le persone di famiglia. In questo modo - ragionavano - Alcamo sarà più grande e la sottoprefettura non ce la leverà nessuno. Un po' essi e un po' Fulco, che poi era, oltrechè messo, anche ciabattino e poeta, e quindi uomo di fantasia, gonfiarono le cifre del censimento [75] , Biblioteca Gino Bianco
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