Nord e Sud - anno II - n. 12 - novembre 1955

Il fratello del ragazzo assassinato, Carl, e la cosa ha sapore di ironia, ebbe contatti con la mafia circa 20 anni dopo, e venne arrestato per traffico di stupefacenti. Violando il codice della mafia, egli depose per il governo, e le sue rivelazioni contribuirono molto allo scioglimento della banda. Al processo, riferi Follmer, quello stesso Paul Catanzaro << sedeva nel primo banco dell'aula durante la deposizione di Carl Carramusa » e « con subdoli gesti di minaccia... tentava di intimidire il teste finchè si rese necessario espeller lo dall'aula ». Carramusa cercò di fuggire alla vendetta della mafia nascondendosi, cambiando nome e dando inizio ad una nuova vita con sua moglie e la sua famiglia a Chigago. Non servì a nulla. Tre anni dopo - testimoniò Follmer - " una fucilata fece saltare le cervella di Carrarnusa mentre la sua famiglia stava per raggiungerlo sull'automobile per andare ad un banchetto di " nozze ». Da tutto ciò emerge una realtà in cui esponenti dell'emigrazione ita- · liana risultano fornire buona parte dei quadri del gangsterismo americano. ' Non che il contatto con certe manifestazioni della vita americana sia del tutto estraneo al prosperare di certe attività; ma queste attività hanno tradizioni e radici da noi, che noi non siamo riusciti a cancellare ed estirpare. L'inchiesta Kefauwer è un formidabile atto d'accusa contro il gangsterismo di laggiù, ma è anche un formidabile atto di accusa contro la mafia nostrana. Non ci sentiremmo di spostare una virgola del giudizio sulla mafia che si legge in quelle inchieste e sottolineiamo con vigore quella parte di essa che si riferisce ai rapporti della mafia con il regime fondiario siciliano. << Questa società segreta vide la luce in Sicilia agli inizi del secolo XIX. I siciliani onesti, che sono naturalmente in grandissima maggioranza rispetto > ai fuorilegge del loro paese, detestano la mafia, ma per lo più la temono e non possono far molto per eliminarla. Originariamente, la mafia era una 0rganizzazione che proteggeva le classi contadine, formatasi per resistere alla oppressione dei grandi latifondisti; senonchè uscì ben presto di strada. I mafiosi - così vengono chiamati i suoi membri - instaurarono il regno del terrore _:_ assassinio_, stupro, rapina, estorsione e rapimento - da un capo all'altro dell'isola. I latifondisti, badando solo ai propri interessi, strin- . sero dei patti coi mafiosi, incaricandoli di amministrare e proteggere le loro terre, e i mafiosi diven11ero a loro volta i tiranni più crudeli che i contadini avessero mai dovuto sopportare. La mafia ha perfino il suo codice segreto - naturalmente non scritto - Biblioteca Gino Bianco

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