I I poguerra, dopo i~ settennale <<episodio» Giuliano, l'inchiesta Kefauwer, la morte di Calogero Vizzini. Intanto l'uso della p,arola mafia, nel senso più esteso, che pur sta già a significare le caratteristiche dell'associazione a delinquere, si è fatto frequentissimo. Non c'è reato commesso nelle provincie isolane che non ·evochi nei titoli dei giornali la parola mafia. Citiamo a caso: << Uccise un capo-mafia in un duello alla pistola>> (Il Mattino del 22 gennaio 1955); « Giustiziato in pieno giorno a Palermo un esponente della malavita siciliana... freddato a fucilate al mercato per ordine della mafia» (Il Tempo del 23 marzo 1955); << L'uomo d'onore non perdona e si fa giustizia da ·solo - una spietata nèniesi colpisce colui che fa sgarbo alla mafia - l'allucinante storia di due pastori catanesi che, subìto un furto di pochi montoni, uccisero il ladro e ne bruciarono il corpo dopo averlo barbaramente seviziato» (Paese Sera del I0 maggio 1955). Ce n'è abbastanz·a per non dover ricorrere ad altre citazioni al fine di dimostrare la diffusa presenza del fenomeno; il quale, naturalmente, si manifesta anche in altre forme, meno feroci, e perciò spesso riguardate e commentate, con grave irresponsabilità, quasi come manifestazioni di «colore». , Comunque, se la mafia ha dovuto subire il periodo di difficoltà, questo non fu dovuto a un maggiore impegno dei pubblici poteri, nè a una sollevazione della pubblica opinione contro i suoi occulti - neanche tanto - poteri. Ciò avvenne quando l'iniziativa passò dalla mafia al brigantaggio. Il capitolo sull'attività e la situazione della mafia durante il pi~ lungo,. complesso e sanguinoso episodio del brigantaggio italiano - quello che si inizia nel '43, con una schioppettata ad un carabiniere e termina, nell'estate· del '50 con il cadavere di Salvatore Giuliano rinvenuto in un cortile di Via Frà Gregorio Mennone, a Castel Vetrano - è un capitolo con pagine· ancora oscure. Ma è certo che la lotta fra Giuliano e la sua banda da una parte, e la mafia dall'altra, nelle sue varie forme (mafia nelle città, dei. «feudi», dei <<giardini», delle zolfare) e nei suoi vari strati - chè in e~sa. confluiscono vecchie e nuove generazioni - fu continua e inesorabile, con. colpi dati e ricevuti, ma soprattutto ricevuti dalle ramificazioni mafiose .. Chi durante quegli anni è stato in Sicilia ricorda ancora, uno per uno, i nomi - del resto pubblicati da tutti i giornali italiani - dei vari possidenti protetti dalla mafia o, addirittura, dei mafiosi stessi che, uno dopa, [66] Biblioteça Gino Bianco
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