Nord e Sud - anno II - n. 12 - novembre 1955

mete finali dell'apparato politico comunista. E' interesse, questo, anzitutto della nazione italiana come organismo civile nel suo complesso; e poi, degli stessi contadini meridionali, la cui posizione nello schieramento comunista è viziata da un equivoco di fondo, che si ripotita all'indeterminatezza, no11 già nella teoria, ma sul terreno politico concreto, delle direttive di politica agraria del comunismo italiano. La formula dell'alleanza dei contadini e degli operai sotto la guida del proletariato non è in fondo che una formula di battaglia contingente: ma al di là di essa rimane senza risposta una serie di interrogativi di terribile gravità, come dimostra ampiamente tutta la storia agraria dell,U·nione sovietica. Perché il moto contadino rappresenti un fatto di effet- . tivo progresso nella storia del Mezzogiorno e si traduca in elemento attivo di una società democratica ricca di dinamismo e di capacità di sviluppo occorre dunque combattere ogni pressione reazionaria che tenti di soffocare il moto contadino di organizzazione e di liberazione; e combattere al tempo stesso I i tentativi comunisti di trascinare i contadini nella battaglia per l'instauratzione in Italia di uno stato di polizia di tipo sovietico, di cui il mondo contadino meridionale sarebbe la vittima maggiorè. E' evidente peraltro che questa ascesa dei contadini potrà verificarsi solo sulla base della scomparsa delle posizioni borghesi di privilegio nel Mezzogiorno, e della loro sostituzione con un ordinamento che dia libertà di sviluppo economico e sociale alla nuova impresa contadina e ad una economia moderna organata attom·o a una efficiente organizzazione industriale. Non è qui il luogo di attardarsi sulle soluzioni particolari che Nord e Si.id ha so,stenuto entro questa cornice più generale. Ma è evidente che ciò non vuol dire affatto restaurazione delle posizioni borghesi meridionali, _ma sforzo di contribuire all'educazione in senso liberale - al di là delle distinzioni di partito - dei gruppi più avanzati della classe politica italiana. Una classe politica non si educa solo sulle pagine di una rivista: ma assai più e meglio sul terreno dell'esperienza e dell'azione. Ci par chiaro tuttavia che, visto in questo quadro, il nostro lavoro ap·pare assai meno utopistico e viziato di nostalgie del passato di quanto il l\tiusatti - nel preoccuparsi di muovere da una impostazione che vorrebbe essere, più organicamente della nostra, collegata alla linea dello sviluppo della società meridionale, e quindi nello sforzo di creare, rispetto ai nostri intenti, una contrapposizione - non abbia mostrato di credere. ROSARIO ROMEO Biblioteca.Gino Bianco

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