I \ mina di un ministro faccia quadrare magicamente tutte le statistiche fra loro e queste con la concreta realtà; ma questa volta, a dire il vero, non riusciamo a comprendere gli indugi de'll'on. Segni. Per più di un anno l'on._ Scelba, dopo aver nominato ministro per il turisi;no l'on. Ponti, lo lasciò se11za portafoglio; l' o:n. Segni, forse per scrupoli costituzionali del presidente Granchi, forse per un innato senso di legalità, pensò bene di non far neppure luogo alla nomina del ministro, lasciando intendere che, come per quello delle partecipazioni statali, bisognava attendere che fosse prima redatta ed approvata la legge istituente il nuovo ministero. Senonchè; mentre per quello delle partecipazioni statali sembra che l'iter legislativo sia ormai à. buon punto, per il ministero del turismo perdura ufficialmente il silenzio, che data, se la memoria non c'inganna, dalle dichiarazioni programmatiche del ministero Segni, che al turismo non facevano allusioni di sorta. Ora qui si son voluti fare soltanto alcuni rilievi su un particolarissimo aspetto - anche se fra i più importanti - dell'organizzazione turistica del nostro paese; ma in questo settore dell'economia nazionale è necessario procedere prima o poi (e naturalmente meglio prima che poi) ad un genera'le riordinamento delle strutture, che garantisca, meglio di quanto non avvenga oggi, la costante attenzione del governo al fenomeno turistico, in tutte le sue complesse implicazioni, e la massima efficienza degli organi periferici ed autonomi.· E tutto questo non isolatamente, ma nel quadro generale dell'economia del paese. Proprio agli effetti di questo commisurare la po'litica turistica alla generale politica economica, l'attuale Commissariato per il turismo no11 basta più. Molto felicemente, or non è molto, Ferdinando Di Fenizio notava su Epoca (n. 257 del 4 settembre 1955) che l'incremento del turismo estero appare strettamente legato ad una politica commerciale 1ibe.. rale; il crescere delle importazioni, infatti, con il conseguente esborso di lire da parte nostra, ha come contropartita una liberalizzazione turistica nei nostri confronti, non foss'altro per facilitare la spendita delle lire incassate. Chi potrà far valere queste più ampie vedute economiche, contro eventuali richieste di dazi protettivi o contingentamenti a favore di questa o quella ind~stria, fino a quando al Consiglio dei ministri non vi sarà un responsabile della politica turistica? GIULIO SALVI [58] Biblioteca Gino Bianco ...
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