Nord e Sud - anno II - n. 12 - novembre 1955

sempre più ridotta al servizio della sola clientela che dispone di larghi mezzi e non bada a spese. Il male non sta, come ancora crede una larga parte della classe sanitaria, nella trasformazione, che ora si va acceledndo, dalla medicina individuale alla medicina socializzata; ma nel fatto che i medici, difendendo ' la libera professione quasi su posizioni di classe, e contrapponendosi come categoria a categoria ai lavoratori mutuati, riducono le possibilità eh~ ìl passaggio si compia con tutti i possibili vantaggi per la collettività e per loro stessi; e soprattutto senza che ne scapiti la qualità della medicina. Si lamentano dei troppi impiegati, dei. troppi istituti, delle troppe leggi varate senza la 1ninima preoccupazione di un coordinamento. Ma queste ricorrenti contese per ottenere una fetta un po' più larga della torta mutualistica, questi stentatissimi accordi, pieni di distinzioni, eccezioni, acrobazie giuridiche, volute oscurità formali, ecc., sono appunto quello che occorre per ridurre in qualche anno al caos totale questo settore della previdenza. Quanto all'Ordine dei medici in particolare, esso è riuscito ad affermarsi definitivamente come rappresentante anche sindacale della classe sanitaria. Dopo aver resistito vigorosamente al Ministero dell'Interno, il quale, dietro sollecitazione dell' on. Bonomi, aveva richiamato i medici all' obbligo di prestare l'assistenza ai contadini per « ragioni di ordine pubblico », l'Ordine ha brilla,ntemente superato anche lo scoglio di un parere del Consiglio di Stato. Nel corso della controversia, come si ricorderà, l'Ordine aveva min·acciato, e in qualche caso anche applicato, misure disciplinari a carico dei medici che, trasgredendo le sue disposizioni, si erano accordati per p,roprio conto con le Mutue. Fu interpellato il Consiglio di Stato sull'ammissibilità di queste misure; il parere fu che l'Ordine cc :11-onpuò minacciare o irrogare sanzioni disciplinari per la mancata osservanza di disposizioni emanate dall'Ordine stesso non a tutela del decoro professionale, ma a salvaguardia di interessi sindacali ». Il senso di questa opinione sembra essere che l'Ordine ha compiti diversi da quelli sindacali. Invece l'Ordine ha continuato e continua ad agire come un sindacato, e proprio in questa _veste ha concluso l'accordo con la Federmutue. Il male è che per gli enti mutualistici e il Governo questo abuso di competenze rappresenta uno scandalo quando l'Ordine crea difficoltà; costituisce invece un fatto trascurabile quando è disposto a concludere accordi. Dal canto suo, la Federmutue, con le differenze che presenterà ora rispetto agli altri sistemi - INAM, ENPAS, ecc. - non farà che complicare e confondere ulteriormente la situazione della mutualità, essendole stata sottratta l'unica differenza che entro certi limiti ne giustificasse l'istituzione: l'autogovern.o decentrato dell'assistenza affidato agli interessati. Questo Ente si sta avviando a dive;ntare un altro INAM, in compenso molto più poli- , BibliotecaGino Bianco \

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