Nord e Sud - anno II - n. 12 - novembre 1955

sotto il riguardo della politica economica del nostro Paese, che si propone - o, comunque, dovrebbe proporsi - una accelerazione del processo di sviluppo degli investimenti. Proposito il quale necessariamente im~ plica, come è ben noto, l'esaltazione di quella parte del reddito che la collettività destina al risparmio e la compressione del reddito destinato ai consumi. Or bene, è evidente che questa compressìone, in un Paese a basso tenore medio di vita - ove cioè il reddito di larghi strati sociali è speso nell'acquisizione dei beni necessari, totalmente o quasi - è perseguibile principalmente attraverso un abbassamento del prezzo di questi beni. Risultato al quale non si potrà davvero pervenire <<difendendo» questi prodotti! Il tema dei consumi riaffiora a proposito dell'industria dei laterizi, stret.:. tamente legata all'industria edilizia, e che quindi largamente si avvantaggia della rilevante attività di quest'ultima. Tale settore manifesta ancora notevoli possibilità di sviluppo, dato che <<la produzione più forte si è dimostrata insufficiente a soddisfare le richieste, ... in continuo aumento » (p. 78). Tuttavia, dopo aver osservato che il ritmo delle costruzioni edilizie si è mantenuto elevato per tutto il 1954, il Ventriglia giustamente si chiede: <<verranno ancora aumentati gli investimenti in costruzioni edilizie a spese di altri investimenti che possono giovare di più alla collettività?» (p. 84). Interrogativo al quale l'A. risponde rifacendosi a quanto il prof. Di Fenizio ebbe a scrivere su La Stampa del 12 gennaio 1954; e cioè che impiegare, in quota troppo alta, il risparmio disponibile in beni di consumo durevoli impedisce di destinarlo ad investimenti produttivi; accresce l'attuale benessere degli italiani, ma ne mette in discussione l'evoluzione futura. Si ripropone, dunque, un problema di scelta economica tra l' <<oggi» e il <<domani»: e ci sembra che in questo settore potrebbe essere efficace ed operante una discriminazione tra consumi <<necessari » e << non necessari » (mettendo al bando decisamente fin d'ora le manìe, diremmo cosi, monumentaloidi, che continuano ad imperversare nel <<bel Paese»). Senza contare che bisogna guardarsi dagli eventuali pericoli di un boom artificioso ed effimero, che potrebbe risolversi in una fonte di innumerevoli guai. In proposito valga anche l'esempio della stasi denunciata dal Ventriglia nella costruzione di materiale ferroviario: una crisi di settore cui non poco deve aver contribuito l'affrettata ricostruzione ferroviaria del dopoguerra, cui ha fatto seguito, inevitabilmente, un <<crollo» delle ordinazioni statali che a tutt'oggi non dànno segno di ripresa. Ancora degna di nota è la sopravvivenza di un organismo tipicamente corporativo nel settore canapiero: il <<Consorzio Nazionale Produttori Canapa» (succeduto nel ~54 al Consorzio Nazionale Canapa, a sua volta erede, dal 1944, dell'Ente Nazionale Esportazione Canapa). A quanto pare, la pur recente esperienza non sembra sia stata sufficiente ad attestare l'ii;iutilità e, peggio, la dannosità di rimettere in vita - una vita, peraltro, tutta esteriore \ Biblio eca Gino Bianco

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