Nord e Sud - anno II - n. 12 - novembre 1955

\ . cessario ed inevitabile», che sono le parole necessarie ed inevitabili quando non si sa spiegare qualcosa. Intanto, del problema che c'interessa: çroce ha svolto bene le tesi del De Sanctis o le ha svolte male e ha tradito lo spirito della dottrina di lui?; di questo problema, neppure una sillaba. ) Poi il Gerratana apre un.a parentesi e si propone di <<chiarire>>le affermazioni del Croce sui suoi rapporti col pensiero del De Sanctis: l'autore ha scoperto, infatti, quel èhe tutti sapevano, che ad un bel m_omento, cioè, il Croce ha modificato in parte il suo giudizio sulla Storia desanctisiana, attenuando l'elogio prima quasi affatto incondizionato da lui tributato a ' quell'opera. Ancora nello scritto suJ De Sanctis della Let~eratura della Nuova Italia, che è del 1911, infatti, il Croce non esitava a mettere piena- . mente in evidenza la passiqne educativa e l'ispirazione etica che s'incontrano così frequentemente nel De Sanctis: << non c'è suo scritto in cui i motivi mofiali non si accompagnino con quelli artistici, senza mai turbare . . . il giudizio artistico e senza 1J?.ailasciarsene turbare, anzi rischiarandosi a vicenda >>(14 ). A questo modo di giudicare il Gerratana contrappone quel- \ 1~ sucessivo, dal filosofo assunto nello scritto su La riforma della storia letteraria ed artistica, che è del 1917, dove della Storia desanctisiana si legge che essa è << un geniale e potente schizz~ di storia politica, intellettuale e morale del popolo i~aliano, riflessa nella sua poesia e letteratura; ma sta di fatto che le caratteristiche degli scrittori vi sono di solito così individuate e vive, e il giudizio estetico di esse co~ì squisito, da .sorvegliare lo schema extrartistico, in cui il De Sanctis li venne talora disponendo » (15 ). Il Gerra- ( 14) Letteratura della Nuova Italia cit., I, p. 366. ( 15) Lo scritto in questione è ristampato nell'antologia curata dal Croce stesso, Filosofia, poesia, storia, Milano-Napoli, 1951, p. 312. Del resto nella contemporanea nota a Gli scritti di Francesco De Sanctis e la loro varia fortuna, Bari, 1917, p. 103, il Croce tornava sugli stessi ~oncetti ancor più chiaramente: << Più tardi, abbandonò quasi del tutto lo schema dei generi, e tracciò (particolarmente nella Storia della letteratura italiana) una storia civile e filoso.fica, disegnando su questa trama la personalità degli artisti. Ma tra il fondo e le figure, tra la storia civile e filosofica e la st?ria propriamente artistica, talora rimaneva una· sorta di parallelismo, tal' altra si produceva qualche confusione, onde gli artisti dei quali pur così energicamente il De Sanctis sentiva e affermava l'irriducibile valore individuale venivano ad essere come abbassati a rappresentanti e dqcumenti dei vari moti civili e fìlosofìci; e a ciò concorreva forse il concetto ancora troppo realistico e non sufficientemente lirico al quale il De Sanctis si atteneva circa la poesia e l'arte»: dove l'accenno alle proprie teorizzazioni è evidente. Biblioteca Gino Bianco

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