interpretazione dell'estetica e della critica letteraria desanctisiane, un'inter-: pretazione filologicamente più aderente ai testi e storicamente più esatta d~ altre, ma soltanto un tentativo di sovrapporre all'opera del maestro irpino una concezione tutta diversa. Si spiega perciò che il. Gramsci abbia potuto parlare, ad esempio, di << coerenza logica e storico-attuale delle masse dei sentimenti rappresentate artisticamente», cioè di una cosa che era assai lontana dalla mente del De Sanctis, per il quale (e sono innumerevoli le testimonianze che, come vedremo, l'attestano) la coerenza di un sentimento artisticamente rappresentato non è mai nè logica né storico-attuale ma semplicemente poetica. E' appena necessario avvertire che non si vuole ,affatto sostenere che la dimensione cui il Gramsci faceva riferimento nelle sue osservazioni mancasse o fosse in ombra nell'attività spiegata dal De Sanctis: questi volle e seppe sempre essere « maestro di vita morale>> (l'espres-- sione è del Croce (8 ) nelle lezioni come nella vita politica, come in tutti gli scritti non perse mai di vista l'importanza del momento per così dire educativo. Nessuno, mi pare, ha mostrato meglio del Croce come il De Sanctis si sia travagliato fino alla fine della sua vita sul problema della rigenerazione italiana, dell'educazione morale e politica del popolo, come l'ansia e l'entusiasmo quasi religioso del rinnovamento degli italiani una , volta ri11novata l'Italia fossero un continuamente inappagato Deus agitans nell'uomo del '48 e del lungo esilio. Pure non è questo cl1e differenzia il. De Sanctis da tutti gli altri uomini di intemerata coscienza e di inesausta fede che furono maestri insigni di vita morale e civile o da tutti . gli altri populisti passati e presenti, non e questo che lo fa essere De Sanctis. Nella misura in cui il Gramsci isolava tale elemento e lo gonfiav,a a dismisura, spezzava l'equilibrio del pensiero desanctisiano, annullava il vero significato della sua dottrina e proponeva una dottrina totalmente diversa. Non si deve dimenticare che egli innanzitutto era un politico marxista (e col dir questo non gli si fa offesa alcuna, ma solo si riconosce la vera natura della sua ideolog~a) e quindi tendeva a strumentalizzare ogni cosa ai fini di una lotta politica: per lui, come per la più parte dei suoi '.seguaci odierni, il De Sanctis non era altro che una nuova arma di · lotta contro la cosiddetta cultura borghese. Il teorico dell'estetica della for- ( 8 ) Letteratura della Nuova Italia, I, Bari, 19475, p. 363. [33] Biblioteca Gino 'Bianco
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