.. valore che esse hanno obiettivamente. Un'operazione che gli odierni scolari del Gramsci, più attenti alla lettera delle parole del maestro che non· allo spirito, hanno singolarmente dimenticato di fare. Pure negli stessi appunti di Letteratura e vita nazionale il problema era posto esplicitamente: per stabilire che valore e che significato può avere un « ritorno al De Sanctis >>, scriveva Gramsci pro_I}rioin un momento in cui la cultura fascista proponeva quella formula con suoi fini ben precisi, occorre vedere in che cosa sia consistita l'esemplarità della sua opera di critico e soprattutto << quale atteggiamento sia ,oggi corrispondente, cioè quali interessi intellettuali e morali corrispondano oggi a quelli che dominarono l'attività del De Sanctis e le impressero una determinata direzione » (5 ). Se tradotte in parole più povere, cioè più chiare (e noi non facciamo alcun carico all'autore di questa voluta oscurità poichè sappiamo bene da quali terribili necessità era dettata), le frasi del Gramsci suonano così: « posto che il De Sanctis era un critico progressivo che conduceva una grande battaglia per il progresso culturale, si tratta di vedere oggi quali siano gli obiettivi del progresso culturale: battersi per essi equivale a seguire l' esempio del De Sanctis, a tornare a lui». Questo sembra francamente troppo vago e generico: in un ritorno di tal genere al De Sanctis potrebbe al limite non restare più nulla della dottrina desanctisiana, ma solo 1m certo atteggiamento generale, che poi, a ben vedere, non è stato proprio del De Sanctis stesso, ma comune a molti altri critici e storici e filosofi, anzi a tutti quelli che erano veramente degni del nome. Lo storicismo del Gramsci, preso alla lettera e senza nessun sottinteso politico, sembra ridursi ad un troppo semplicistico meccanismo: o dunque nelle sue parole v'è un'in ... tenzione precisa, ovvero esse stanno lì ad esprimere una cosa ovvia, che non individua certo, non caratterizza questo « ritorno al De Sanctis ». Un pò più avanti,. infatti, l'autore si preoccupa di chiarire, fuori di ogni equivoco possibile, cosa egli dal suo canto pensava che bisognasse fare per raccogliere l'eredità del maestro irpino: << [De Sanctis] domandava un nuovo atteggiamento verso le classi popolari, un nuovo concetto di ciò che è nazionale, diverso da quello della Destra storica... E' questo lato dell'attività del De Sanctis che occorerebbe lumeggiare, questo elemento della sua attività che d'altronde non era nuovo ma rappresentava lo svi-_ ( 5 ) Letteratura e vz°tanazionale cit., p. 5. \ Biblioteca Gino Bianco I
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