Nord e Sud - anno II - n. 12 - novembre 1955

I - mente, sono legate a questa lotta culturale: proprio in ciò pare consista la profonda umanità e l'umanesimo del De Sanctis... Insomma il tipo di critica letteraria proprio della filosofia della prassi è offerto dal De Sanctis non dal Croce o da chiunque altro>>(3 ). Ora, lasciando da parte che se v'è · stata una critica e una teoria della critica militanti al sommo grado queste sòno state più che del De Sanctis del Croce, il quale questa << militanza» esercitò in primo luogo proprio per rivendicare, nell'epoca dell'imperante positivismo, la superiori_tàdella critica estetica e storicistica del De Sanctis su quella erudita che aveva tanta voga alla fine del secolo; e lasciando da parte anche che quel nesso tra la filosofia desanctisiana e il materialismo storico era già stato rilevato con assai minore perentorietà e maggior senso della verità storica e delle sfumature appunto dal Croce (4 ); resta da vedere qual sia il significato che Gramsci dà alle sue parole e il ( 3 ) A. GRAMscr, Letteratura e vz·ta nazionale, Torino, 1952, p. 7; alti-ove, Il materialismo ston·co e la filosofia di Benedetto Croce, Torino, 1952, p. 292, il Gramsci ha scritto addirittura che « la tradizione meridionale ha col De Sanctis raggiunto un grado di sviluppo teorico-pratico di fronte al quale l'atteggiamento del Croce rappresenta un arretramento». ( 4 ) << Romanticismo, neocattolicismo, idealismo metafisico, dottrina del progresso, ecclettismo, e simili manifestazioni ideali sono sempre da lui riportate alle ~oro condizioni reali o di fatto, talchè quella che ora prende voga e si chiama concezione materialistica della storia, ha in lui sovente un rappresentante non dottrinario, reso esperto . dal proprìo acume di osservatore e pensatore >>, introduzione alle Lezioni sullà letteratura italiana del secolo XIX (1896), adesso in Una famiglia di patrioti ed altri saggi storici e critici, Bari, 19493,p. 166 (il corsivo è mio). Come si vede il Croce fa qui un'osservazione assai esatta: la personale esperienza di critico e di pensatore conducevano il De Sanctis a svolgere certi accenni che erano in sostanza nella dottrina dello Hegel, e in questi sviluppi egli si incontrava con quelli che il Marx aveva dedotto per proprio conto, sebbene nel De Sanctis fosse meno dottrinarismo, cioè meno· filosofia della storia e più storicismo che nel Marx. Non si comprende perchè, dunque, il Muscetta, nell'introduzione a La scuola cattolico-liberale e -il romanticismo a Napoli, Torino, 1953, p. LIV, trovi a ridire su questa osservazione e perchè parli addirittura di 'entusiasmo', naturalmente 'ingiustificato'. Va segnalato ad ogni modo che non era certo per gli << accenni alle basi materiali della società italiana», come scrive il Muscetta, èhe il Croce parlava di materialismo storico non dottrinario a proposit~ del De Sanctis: la differenza tra ' basi materiali di una società ' e ' condizioni reali o di fatto ' di un moto ideale è evidente a tutti, e il Muscetta stesso è troppo scaltro storicista per n<?navvedersene. Evidentemente qui la memoria deve essergli venuta meno. Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==