. ,· . ' d'occhio i suggerimenti che vengono dalla stessa storia, antica e recente, dei rapporti fra città e campagna nel Mezzogiorno». Questo concetto abbiamo poi sviluppato, p-rendendo spunto dall'Economie Survey in 1954 (Nord e Sud, a. II, n. 10), quando abbiamo sollecitato la adozione di_qualche provvedimento di ~ tipo inglese >> per una più audace politica regionale. Tutta l'esperienza di questi due anni sta a dimostrare che non basta creare, come la Cassa sta creando, le pur indispensabili condizioni generiche dell'industrializzazione, nel Mezzogiornocomplessivamente inteso; ma occorre creare poi le ,eondizioni specifiche della industrializzazione, in zone delimitate e determinate. Se l'industrializzazione, come abbiamo visto e come appare dalle più recenti discussioni, segna il passo, vuol dire che ci si deve muovere in una direzione diversa da quella che è stata finora presa in consid~razione. Se un problema di spostamenti della popolazione si va ponendo in termini perentori, ma . si va svolgendo contraddittoriamente, dando luJgo a forme patologicl1e di insediamento umano, vuol dire che, allo stato, siamo del tutto impreparati a risolverlo; e ci illudiamo di far fronte alla realtà contenendola e infrenandola entro artificiosi argini legislativi, invece di affrontarla con adeguati strumenti di politica economica. È significativo che, nel discorso del 26 luglio alla Camera, .l'on. Campilli abbia affermato che << i provvedimenti attualmente in .vigore per lo sviluppo industriale del Mezzogiorno non sono ~ufficienti e adeguati>>; e che poi, da questa affermazione, abbia dedotto che « la politica degli incentivi attualmente in vigore dovrà essere integrata, in quanto non sol-- tanto occorrerà indirizzare gli investimenti verso i settori più vitali del1' economia italiana, ma sviluppare anche una politica di localizzazione diretta a riempire il vuoto lamentato>>. Portiamo alle ultime conseguenze queste considerazioni: non vi può essere altra << politica di localizzazione>> . che quella appunto da noi suggerita delle zone industriali di << tipo inglese »; i tempi sono maturi per dare inizio a questa politica. E allora perchè l'on. Campilli, due giorni· dopo il suo discorso alla Camera, stando al resoconto del suo intervento al convegno del 28 luglio per l'industrializzazione della Sicilia pubblicato dal Notiziario IRFIS, si .è contraddetto, affermando che non si può << coartare la volontà degli imprenditori» ? Si deve intender forse che, parlando alla Camera di una Biblioteca Gfno Bianco
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