' riore alla media nazionale); si tratta anche di dare origine a nuove correnti, dalla campagna meridionale alle città me:idionali: queste, infatti, nel senso moderno della parola - come << città secondarie » (industriali) e come << ,città terziarie » ( di commerci e servizi), per rifarsi cioè alla terminologia. suggerita dal Colin Clark - sono ancora da fondare. Nel n. 3 di Nord e Sud scrivevamo che .« nel Mezzogiorno c'è stata una capitale (e questo vale anche per la Sicilia), ma non sono sorte le città >>; chè tali non si possono chiamare gli agglomerati contadini delle . . Puglie o quei capoluoghi di provincia che non hanno altra dignità che quella delle funzioni amministrative, simboli di una grottesca egemonia piccolo-borghese su un miserabile contado, orizzor1ti limitatissimi di una assai grama vita civile, labili manifestazioni di presenza di una P!ecaria costruzione statale. Si può parlare però di Pescara, di Taranto, di Catania, come possibili città commerciali; della regione campana dei « due golfi >> e della Sicilia << greca » come zone di alto interesse turistico, e quindi di possibile più intenso sviluppo delle « attività terziarie»; di Foggia, Matera, Sibari, Crotone, Sant'Eufemia, Battipaglia, come centri di gravitazione anche demografica dei territori contermini alle zone dove è in, atto una radicale trasformazione in senso industriale dell'agricoltura (basti pensare al significativo dinamismo di Latina e Battipaglia, rispettivamen-- te al centro di quelle trasformazioni dell'Agro Pontino e della Piana del Sele che hanno anticipato di qualche anno quelle più vaste ora in corso ad opera della Cassa e della riforma agraria). Indicazioni generiche come quelle cui a caso abbiamo accennato devono essere approfondite con i più moderni sistemi di accertamento e di programmazione; in modo da fissare una volta per sempre le priorità degli investimenti; in modo da tagliare corto alle varie richieste municipalistiche; in modo da determinare quali devono essere considerate ~one di sfollamento e quali zone di nuovi insediamenti uma:ni. Il margine di errore di una cosiffatta pia11ificazione (che è poi elementare geografia economica) sarà sempre minore di quello che deriva dall'attuale ignoranza. Perciò dicevamo che << la politica dell'industrializzazione deve essere guardata in un orizzonte più ampio, come politica di sviluppo di realtà cittadine nel Mezzogiorno, e deve avvalersi di una intelligente localizzazione di zone industriali, secondo le esperienze di altri paesi e tenendo Biblioteca Gino Bianco I
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