I guarda quei 20.000 << cla11destini >>che tendono a co11centrarsi proprio intorno alle grandi città, alimentando essi quel fenomeno dell'urbanesimo che si vorrebbe evitare con la legislazione in vigore. Il risultato finale, quindi, è che l'emigrazione meridionale verso le regioni centro-sett~ntrionali, principalmente à causa delle leggi fascist~, tendera a concentrarsi intorno alle grandi città, in forma clandestina, nelle <<borgate » degli « abusivi >>,incrementando la categoria dei sottocittadir1i miseri e sfruttati, rinchiusi nei loro ghetti, destinati alla vita di espedienti, spesso alla malavita, ignorati da collocatori e sindacati. Non sarebbe meglio, come è stato osservato dal prof. De Castro, che . la meridionalizzazione « avvenga alla luce del sole>>? Tanto più, che « gli italiani del Sud», aggiungeva il prof. De Castro, « in genere, già alla seconda generazione, diventano dei perfetti liguri o piemontesi o lombardi e parlano i dialetti locali meglio di chi vanti la sua discendenza da un Adamo nato anch'egli nel Nord>>. E particolarmente sensibili .ci lascia la conclusione dell'articolo citato; che, cioè, dopotutto, <<la meridionalizzazione dell'Italia consti nella settentrionalizzazione dei meridionali>> ( 11 ). E allora? Che cosa si aspetta per abrogare queste leggi? A ciascuno le proprie responsabilità. Ai sindacati, per esempio, che finora hanno fatto finta di non vedere e non sentire. Forse che i <<clandestini» fanno parte delle « forze lavoratrici», delle « classi popolari », del <<proletariato>>, sol- , tanto quando si tratta di scrivere generiche corrispondenze rivendicazionistiche sui giornali di sinistra; o quando si tratta di organizzare qualche comizio nelle << borgate »; e cessano di farne parte quando si tratta di far valere i loro diritti civili elementari, quando spunta la preoccupazione che essi possano insidiare i privilegi delle cittadelle operaie costituite ? Così, c'è da chiedersi cosa ne pensino di quelle leggi i ministri socialdemocratici che amministrano il portafoglio del Lavoro; e cosa ne pensino i liberali, che pur dovrebbero essere fra i più sensibili ad argomenti come quelli di Luigi Einaudi, più sopra citati. · Dicevamo che l'abrogazione delle leggi del 1931 e del 1939 urta contro una generale sordità di politici sindacalisti burocrati. Dicevamo anche che, per gran parte, essa deriva dalla preoccupazione che le manifestazioni patologiche dell'urbanesimo assumano dimensioni paurose, specialmen- ( 11 ) La, Stampa del 21 agosto. Biblioteca Gino Bianco I
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