• Si aggiunga ora un'altra considerazione: le possibilità dell' emigrazione sono previste dal piano Vano11i entro il limite di ottantamila unità di lavoro all'anno; si può anche sp·erare che, con un adeguato sforzo organizzativo, e verificandosi alcune circostanze favorevoli, si potra spo~tare questo limite fino a cent,omila unità all'anno; tenuto conto della larga disoccupazione e sottoccupazione, dell'ancora forte leva del lavoro, del fatto che ìa stessa popolazione oggi occupata in agricoltura, già eccedente, tende dovunque a ridursi per l'aumento di produttività del lavoro agricolo e per l'opportuno abbandono delle terre meno produttive; tenuto conto di tutto ciò, l'emigrazione di un milioRe di persone nel decennjo sarebbe certamente un grande sollievo per il paese; e senza provocare una troppo grave sottrazione dello << spirito d'impres1. della generazione più giovane », perchè, in una fase di sviluppo economico, i più preparati e i più ardimentosi, i più forniti di « spjrito, d'impresa>>, non sarebbero tanto gli emigranti (2/5 circa della leva di lavoro, ma non rappresentati soltanto da forze di leva); ma sarebbero anche e soprattutto coloro che più rapidamente troverebbero il loro posto tra le nu0ve possibilità di lavoro, create appu11to dallo sviluppo economico delle regioni natalL ·Inoltre, lo « spirito d'impresa » tanto più è in grado di svilupparsi e diffondersi, quanto meno drammatica e la pressione demografica, quanto meno patologici sono i fenomeni ad essa connessi. Finalmente, le auspicate circostanze favorevoli per incrementare le cor- . renti migratorie verso altri paesi potrebbero per esempio verificarsi, fra no11molto, sul piano dell'emigrazione transalpina. Nel Corriere della Sera il Bresciani Turroni ha richiamato l'attenzione sulla rarefazione di mano d'opera che i documenti ufficiali di vari paesi e le dichiarazioni dei competenti segnalano come il maggiore ostacolo alla continuità dell'espansione economica: in Inghilterra, per esempio, dove, secondo l'Economist, « il numero dei posti vacanti raggiunge il triplo dei disoccupati>> (1% della popolazione attiva); e in Germania, la quale << sta consumando le sue ultime riserve in forze di lavoro » (7 ). Se questa è la realtà europea, se è vero · ( 7 ) Per quanto riguarda la Francia, si legge, nel recente numero che la riv:sta Esprit ha dedicato ai problemi italiani, che il Governo francese si propone di fare appello a << plusieurs dizaines de millt:ers de travailleurs du bati~ment italiens, pour accelerer le rytme de la constructi·on en France » ( Espri·t, settembreottobre 1955, pag. 1412). , • .I Biblioteca Gino Bianco ,
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