Nord e Sud - anno II - n. 12 - novembre 1955

suo seno le tendenze inevitabilmente si annullano e divengono rapidamente uno strumento di conservazione» (pag. 1437); << i dirigenti democristiani pagano così l'errore di avere accettato, al momento della Liberazione, il principio confessionale come base di un partito politico; essi avevano sperato, tal quale i neoguelfi cent'anni fa, di trascinare le forze reazionarie che traggono ora tutti i benefici dalla cauzione ecclesias.tica, contenuta, fin dal principio, nell'espressione << Democrazia Cristiana» (pag. 1430). Sono testimonianze indubbiamente significative, che rivelano, nel mondo in apparenza chiuso e uniformemente grigto dei cattolici italiani, la presenza di fermenti vivi e generosi. Sono essi egualmente vitali? A noi - come non sembra di poter riconoscere nelle risposte riportate da Esprit e nella loro delusa amarezza la chiave per una reale comprensione dell'Italia odierna - così non sembra di poter facilmente convenire con quel giovane cattolico di Roma, secondo il quale << in Italia sono ogni giorno più numerosi i cattolici che contestano alle autorita ecclesiastiche il diritto di imporre loro, in nome della fedeltà, e cioè in nome della difesa della civiltà cristiana, degli obblighi che essi reputano gravi e senza rapporti con la religione » (pagina 1434). Le altre parti del fascicolo sono occupate da una serie di articoli, scritti tutti (tranne uno su << Disoccupazione e miseria >>, dello stesso M. François) da studiosi italiani di vario orientamento. Qui finalmente siamo posti di fronte ad una realtà più vasta ed animata di quella, angusta e monocorde, che prevaleva nella prima parte. Tra gli altri, Lelio Basso BibliotecaGino Bianco traccia la << piccola storia di una democrazia mancata », che prospetta un breve quadro della storia dell'Italia unita, accettabile nel suo insieme, tranne le riserve da fare allo schematismo classistico che irrigidisce sensibilmente la visione storica e, per il periodo più recente, alle naturali inclinazioni politiche del!'autore; Riccardo Bauer ci ha dato un agile ed acuto profilo delle vicende storiche e delle permanenti ragioni dell'emigrazione italiana; Umberto Segre ha scritto un intelligente e interessante articolo sul P .S.I.; Pietro Scoppola ha studiato << il partito cattolico» in un saggio che (co- • me è già stato rilevato da altri) è il migliore, per aderenza storica e penetrazione politica, dell'intera raccolta; ed A. C. Jemolo, infine, ha trattato, con la finezza e la libertà di spirito che lo distinguono, dei « cattolici non conformisti». In un tale insieme non scarseggiano certo gli esatti rilievi e le brillanti considerazioni. Si veda, ad esempio, il giudizio dello Scoppola sul «tripartito» del '46-47 e i suoi equivoci (pagg. 15811582) o, ancora, quanto U. Segre dice della posizione dei socialisti rispetto alla apertura a sinistra (pagg. 1543-44). Senonchè, vuol:i sembrare a noi che neppure da queste parti successive venga corretta soddisfacentemente l'impressione di insufficienza destata dalla prima parte del fascicolo. Non parliamo di qualcne saggio al cui autore una magari inconsapevole parzialità toglie la possibilità di un obiettivo rilevamento delle complesse situazioni di cui si trova in presenza (alludiamo a Simone Gatto e al suo << Le sud i·talien e l'Etat », nel quale è pur da segnalare la nitida trattazione per il ,

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