Nord e Sud - anno II - n. 12 - novembre 1955

..... è restato sempre presente - a<l:appesantirlo ~ l'originario significato simbolico e l'intenzione moralistica, divenuta sempre più concitata: dalla freschezza di Don Giovanni in Sicilia alla tetra problematicità di Paolo il Ccddo. Ma, negl/ ultimi due libri, il conflitto tra la ragione e la nostalgia, tra la civiltà moderna ·ed europea, come dice Moravia, e quella della sua vecchia provincia stile liberty, si fa per Branca ti più acuta e dolorosa. Egli I dice di aderire alla prima, a patto che gli sia concesso di amare la seconda. Mai come ora, il moralista sembra chiedere una tregua: << Voterò per la terra ai contadini e per le fabbriche agli operai, ma questo non vieterà che i miei ricordi siano quello che sono, e che tra le cose che mi hanno fatto tremare il cuore possa trovarsi un braccialetto tintinnante sul polso della figlia di un terriero. Voterò per gli altri, ma conserverò tutti i diritti sulle mie sensazioni, i miei sentimenti, i miei ricordi e le mie immaginazioni ... Fra cento anni questo arrovellìo sociale sarà incomprensibile, come sono incomprensibili per noi le rughe che il papismo, il luteranesimo, il calvinismo scavavano sulle facce degli uomini del '600. Riconosco l'ingiustizia dello sfruttamento dell'uomo, il mio voto è per chi la cancella, ma le eterne sensazioni dell'amore, della cattiva e della buona salute, dell'ozio, del dubbio, della vita non più vissuta ma contemplata, queste divinità che hanno trascorso luminose le oscure lotte dei secoli, non mi rassegno a perderle nemmeno per un minuto ... >>.(11) f ·Questo patrimonio intimo che Brancati difende, e che identifica nella sua vecchia isola borghese, pare sia anch'esso sottoposto ad una lenta con- · danna, di cui egli sente amaramente il riflesso, come di una irrevocabile dispersione degli affetti più cari. E perciò Il Be/l'Antonio, che non ha la ariosità narrativa della prima metà del Don Giovanni in Sicilia, nè la compattezza· del Vecchio con gli stivali, contiene, verso l'epilogo, alcune tra le pagine più ispirate dello scrittore siciliano. Si ricordino la morte di Alfio Magnano - araldo della vecchia Sicilia - e il ritorno di Antonio tra le calcine e il disordine della sua antica casa di Catania visitata dalla guerra, che sembra avere spazzato via, passando, un modo di vivere, avere conclusa ( 11 ) Paolo il caldo (Milano, Bompiani, 1955), p. 6. I .Biblioteca Gino Bianco

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