... venne fuori ben presto, opera insieme di fantasia e di critica, di immaginazione. e di letteratura: il moralista e il narratore vi si incontrarono a mezza strada. Che è quello che noi intendevamo poc~anzi: più che creare un personaggio, si trattava di desumerlo, per virtù di contrasto e di ironia, da quelli già belli e pronti, da certi clichés abusati, da certi esponenti dis- . seccati della letteratura passata, da certi esemplari vivi ed urtanti dell' esistenza contemporanea. E Brancat1 cominciò con l'esplorare, con tutto l'acume sarcastico di cui era capace, la vita e la letteratura: si pensi al Don Giovanni in Sicilia e lo si paragoni, da un lato, col prototipo secolare del- . l'amatore siciliano ad uso dei creduli <<polentoni» e degli attoniti turisti; e, dall'altro, lo si confronti con certe immagini della narrativa ottocentesca, .di cui Brancati aveva senza dubbio profonda nozione. Si ponga, ad esempio, Giovanni Percolla, protagonista del racconto brancatiano, accanto a quel Pietro B·rusio che ama e spasima in un romanzo giovanile del Verga, La, peccatrice. La vita esterna dei due sembra essere la medesima: analoghe le ansi.e amorose, le attese notturne nelle· strade della natìa Catania sotto la luna, con lo sguardo fisso ai vetri di un balcone sulle tracce di un'ombra femminile che appare e scompare, e di cui si interpreta con illusione o con disperazione - secondo l'umore - ogni movenza intravista. Ma su queste derivazioni (o su queste vaghe ed inconscie suggestioni mp.emoniche) che gli erano offerte dal costume o dalla letteratura, Brancati lavorava di umorismo, godendo a sostituire il grottesco al mitologico, a minimizzare, a « diseroizzare >>. I suoi « amorosi » siciliani - lo scrive egli stesso (3 ) - « sono niolto sensibili alla bellezza femminile», ma non sono più « còme i loro padri ed i loro nonni, disposti ad implicare in questa faccenda la loro vita e la loro tranquillità >>; non vogliono. <<correre il pericolo ·di uccidesi ' per amore o di uccidere per gelosia ». Pietro Brusio di Verga può ritenersi il propotipo di amante catanese della· prima maniera: una « figura energica e maschia», un bel giovane romantico della <<belle époque », che finì annientato in una vicenda di <<amore e morte » ; il don Giovanni di Brancati è invece ~l siculo pigro e donchisciottesco, « il serio, il buono, il rispettabile Giovanni», di·cui nessuno avrebbe mai sospettato che la testa fosse, com'era, « piena de,lla parola donna ». Su questo antieroe moderno e borghese, che 11.onaveva mai visto ( 3 ) Gli annu:perduti, III ediz. (Milano, Bompiani, 1946), p. 33. ' Bibl-ioteca Gino Bianco
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