un passo. Cosicchè, quando nell'aprile del 1954 il nuovo Ministro del lavoro propose al Consiglio dei ministri un maggior stanziamento per questo settore, la richiesta venne respinta, con la perentoria motivazione che lo Stato si trovava già impegnato con un'imponente massa di opere pubbli• che nella lotta alla disoccupazione. ·La pur legittima e fondata critica al funzionamento dei cantieri e dei corsi è invero andata oltre il segno, finendo per ingenerare una notevole confusione d'idee sulla loro stessa funzione. I cantieri non sembrano potersi riguardare come mezzi di lot~a contro la disoccupazione: il loro scopo naturale è di integrare, o di sostituire, per le categorie che ne sono escluse, un'indennità di disoccupazione che è del tutto insufficiente a soddisfare le necessità elementari della vita; dando nello stesso tempo ai disoccupati, con l'impiegarli in modeste opere di utilità locale, la possibilità di conservarsi operosi e in molti casi di ,acquistare nuove, anche se rudimentali, capacità professionali. Nei corsi il fine assistenziale si combina con l'intento di mettere i giovani disoccupati in condizioni più favorevoli di fronte al mercato del lavoro. Sono concetti sui quali si può discutere, ma è certo che qualsiasi argomentazione non deve prescindere da un dato di fatto fondamentale: in Italia esistono centinaia di migliaia di disoccupati - e quindi di famiglie - i quali, nonostante le opere pubbliche, si trovano nell'impossibilità obiettiva di essere inseriti nella vita produttivP, e hanno il diritto di essere sottratti alla miseria e alla fame. Finchè norì si saranno create per loro opportunità di lavoro normale e stabile, la collettività non può esimersi dal dovere di intervenire per metterli in condizione di superpre almeno le conseguenze più gravi della mancanza di lavoro. In questa prospettiva vanno valutati i cantieri e i corsi. A noi sembra che, qualora non si preferisca orientarsi verso una generalizzazione e un congruo adeguamento degli assegni di disoccupazione, essi restino ancora lo strumento più pgevole ed elastico di intervento assistenziale in favore dei disoccupati più bisognosi. L'esperimento si riallaccia direttamente al piano di estensione dei cantieri e dei corsi bocciato dal Governo Scelba. « Quel piano - ha affermato Vigorelli annunciando la nuova iniziativa alla Comissione per l'avviamento al lavoro e l'assistenza dei disoccupati - era fondato su dati, su studi e su ricerche, non ultime, certamente, quelle compiute in occasione delle Biblioteca Gino Bianco ' .
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==