vincia, senza tempo e spazio, priva degli attributi tradizionali, trasferita repentinamente in una città che non è in grado di assimilarla e di trasformarla. In queste circostanze i vantaggi dell'essere in città non si avvertono, come non si sentono più i beneficì deJla provincia: scomparsi gli uni e · gli altri. Ma se è grave codesta perdita di una coscienza provinciale in genti meridionali che trovano già tante difficoltà ad inserirsi in centri abitati moderni e a dare vita a strutture economiche e sociali vitali, ancora più preoccupante è l'altro fenomeno, di una città che vuole - o vi è costretta - saldare parti di sè differenti ed in rapida evoluzione, senza riuscire nel proprio intento. Addensate nelle borgate, le nuove comunità corrono, dunque, il rischio di veder perpetuata la loro condizione, di plebe respinta dal centro della città, ma non completame11te espulsa ed ostinata ormai nella sua ambizione di fermarsi a Roma. Che Roma sia anche questo sfasciume (li classi sociali, è da tempo un fatto acquisito: che essa debba adattarsi a considerare codesta appendice come un normale attributo di cui con urgenza bisogna compensare l'anomalia e l'estemporaneità, anche questo è un argomento sul quale Nord e Sud ha più volte fissato l'attenzione dei suoi lettori. Occorre, in ultima analisi, livellare gli alti scompensi esistenti fra le diverse condizioni che si sono stabilite alla periferia della città. Si è parlato di trasferire alcuni uffici comunali alla periferia: non sembra tesi da scartare. La città ufficiale, quella degli uffici e degli affari, è distante dalle borgate, ancorata tuttora a modi e strutture elementari, dove l'analfabetismo e l'ignoranza sono già le premesse dell'isolamento civile e morale dei nuovi arrivati in città. La periferia romana è un'espressione topografica che corrisponde esattamente alla posizione culturale, sociale, politica di masse di sottoproletariato urbano, attaccate parassitariamente ad un organismo di cui non riescono a concepire le funzioni nella . \ soc1eta contemporanea. Ultimamente si è progettato vagamente di portare nelle borgate gli uffici di collocamento, specialmente per curare l'orientamento professionale delle giovani generazioni, secondo le intenzioni ed i programmi del Ministero del Lavoro. Sarebbe opportuno arrivare a provvedimenti più radicali e precisi. Il problema, come si sa, si presenta impervio. Le borgate di Roma Bibloteca Gino Bianco
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