Nord e Sud - anno II - n. 11 - ottobre 1955

di intraprendere ed esercitare determinate carriere e professioni. Naturalmente ciò risulterebbe assurdo, allo stato attuale delle cose, per il fatto che lo studente proveniente dal liceo classico arriva all'Università completamente digiuno di problemi e di nozioni giuridiche. Ma a questo inconveniente si potrebbe ovviare istituendo, come già altre volte è stato autorevolmente suggerito, un corso universitario biennale a base istituzionale, storico e di dottrine generali, alla fine del quale si possa conseguire un diploma che costituisca un valido titolo di studio per le carriere minori. Tale diploma potrebbe infatti essere riténuto sufficiente per partecipare a quei tanti concorsi per amministrazioni statali e parastatali, per i quali la laurea è evidentemente sproporzionata. Il medesimo diploma potrebbe, per altri, costituire un titolo essenziale per continuare gli studi universitari per almeno un altro triennio, in maniera che si dia possibilità agli studenti di svolgere quel programma di studio che più loro aggrada in base all'esperienza acquisita nel biennio propedeutico e secondo le proprie aspirazioni professionali. Soltanto attraverso soluzioni di tal genere crediamo possa attuarsi un rinnovamento degli studi giuridici che non si risolva in un abbassamento dei valori culturali dell'insegnamento universitario, ma che riabiliti appunto questo insegnamento, mediante un più adeguato assolvimento delle sue funzioni culturali. La fondamentale importanza che hanno gli studi universitari, non consentono di rimandare ulteriormente il rinnovamento degli studi in Giurisprudenza, soprattutto se si pensa ai particolari aspetti che il problema presenta nel Mezzogiorno, non potendosi prescindere, nel rinnovamento economico e politico del Sud, dal rinnovamento degli studi uni- • • vers1tar1. \ Bibloteca Gino Bianco

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