da parte di categorie più povere; se ne parla invece, molto spesso, con reazionaria sufficienza. L'attuale sistema di assistenza o di esenzione dalle ·tasse si rivela d'altra parte inadeguato alle reali esigenze delle masse universitarie. Anzi, tale sistema presenta aspetti in un certo senso umilianti per chi versa veramente in difficili condizioni economiche; senza contare che, molte volte, lungi dal favorire gli studenti più poveri, esso si risolve invece a van- ' taggio dei più fur~i; i quali si avvalgono, mediante documentazioni tributarie incomplete, dei favori di quel clientelismo in miniatura, forma tosi, sovratutto nel Mezzogiorno, anche ai margini delle rappresentanze studentesche. È pertanto evidente l'inadeguatezza degli attuali sistemi di assistenza universitaria ai meno abbienti, e l'esigenza quindi di un rinnovamento, da cui risulti il riconoscimento sostanziale del diritto agli studi. In questo modo tuttavia può sembrare che non si realizzi l'auspicato decongestionamento della popolazione studentesca. L'impressione è però superficiale. Difatti, soltanto una ben organizzata assistenza agli studenti meno agiati può rimuovere una delle più rilevanti remore alla normalizzazione degli studi. L'eccessivo affollamento delle Università, pur incidendo negativamente ~ull'andamento degli studi, non è la causa, principale di tutti i mali che affiiggono la vita universitaria. Può dirsi, all'inverso, che l'affollamento sia causato proprio dall'attuale decadimento degli studi. La laurea viene infatti considerata, in quei larghi strati del ceto medio economicamente insjcuro, come un titolo necessario ed utile « per qualunque evenienza». Molti sono infatti i giovani che vanno all'Università senza predisposizione agli studi, senza nessun spirito di emulazione, privi insomma di un interesse immediato alla propria formazione professionale; costituendo la laurea soltanto un titolo da mettere da parte per i casi di emergenza. Gli studenti, per i quali il paternalistico spirito d'accomodamento degli organi responsabili ritarda la normalizzazione degli studi, nell'immediato dopoguerra erano i reduci, oggi sono i non abbienti. Ma ad assere immediatamente favoriti sono appunto gli studenti di cui parlavamo pocanzi: quelli meno seri e dotati; mentre a subirne le conseguenze sono, invece, quelle categorie che nelle intenzioni si vorrebbero favorire. È noto, infatti, ~he molti studenti provenienti dalle categorie più disagiate sono costretti, durante gli anni di Università, a prestare opera retti.:. [65] Bibloteca Gino Bianco \
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