Nord e Sud - anno II - n. 11 - ottobre 1955

\ ..... presso le autorità belghe, bloccando infine l'espatrio di lavoratori già ingaggiati precedentemente. L'On. Dominedò si è recato, anzi, di persona, a Bruxelles, per esaminare e concretare sul posto le misure più opportune allo scopo di evitare il ripetersi di così dolorose tragedie ed ottenere maggiori garanzie di sicurezza per i nostri lavoratori. Tuttavia, i risultati di così molteplici iniziative non sono mai stati resi noti, in Italia, ufficialmente: forse non si è .ritenuto opportuno aggravare lo stato di tensione e di reciproca sfiducia, alimentato dalla stampa, con interventi spesso inopportuni; forse si è ritenuto soltanto che, allo stato attuale dei fatti, non fosse possibile fare ed ottenere di più. La verità è che deve considerarsi arbitrario e controproducente il fatto di voler isolare taluni aspetti, anche se i più dolorosi, della vita dei nostri emigranti, dal complesso delle condizioni generali in cui essi vivono e lavorano. Queste, come risulta da una inchiesta condotta dal quotidiano di un partito che ha responsabilità di governo, sono tali da non giustificare, in alcun modo e per nessuna ragione, la nostra passiva e permanente acquiescenza. Non sembra tuttavia che tale inchiesta abbia suscitato una qualche eco presso le autorità responsabili o, tanto meno, che abbia stimolato iniziative concrete intese ad eliminare gli aspetti più gravi ed urgenti: quelli che, per intenderci - e . chiunque si interessi di problemi del lavoro è in grado di confermarlo - costituiscono un apprezzabile coefficiente della produttività dell'operaio, del livello del suo morale e, indirettamente, della sua efficienza e éapacità ad evitare una certa casistica dell'infortunio individuale. D'altra parte è noto come i nostri emigranti rimangano spesso spettatori passivi delle proprie sfortune e come, nella maggior parte dei casi, la più completa ignoranza delle condizioni di lavoro e delle previdenze a loro favore stabilite dagli accordi di emigrazione, dalle intese sindacali locali, dai contratti di lavoro, costituisca una forte remora alla efficace autodifesa da parte dello stesso nostro lavoratore. Di fronte alla generale apatia di cui danno costante prova i nostri emigranti sorprende quindi maggiormente il dover rilevare come, secondo concordi e non smentite notizie di stampa, i nostri lavoratori abbiano invece partecipato compatti allo sciopero politico di protesta organizzato dai sindacati cattolici belgi contro le decisioni del governo in materia di riforma sco- . lastica. Ora, mentre quanto sopra detto denuncia, ancora una volta, le eterne manchevolezze della nostra emigrazione e la perenne contraddizione della nostra politica emigratoria, se mai ve n'è una, spiega in pari tempo l'atteggiamento delle autorità belghe; le quali si vanno orientando palesemente - soprattutto a seguito della serie di spiacevoli episodi a cui abbiamo accennato - verso l'immigrazione di elementi che possano dare, fra l'altro, serie garanzie dì n·on prendere posizione sui problemi interni del Paese che Ii ospita. Bibloteca Gino Bianco

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