Emigranti in Belgio La stampa tecnica è stata, salvo errore, l'unica che abbia dato notizia, a suo tempo, dell'arruolamento di minatori greci da parte delle autorità belghe; e l'unica che si sia mostrata preoccupata, a ragione, delle conseguenze che tale nuovo orientamento potrebbe avere, per il prossimo futuro, nei confronti della nostra emigrazione in Belgio. La stampa italiana di informazione, infatti, mentre in occasione delle sciagure minerarie in quel Paese ha fortemente contribuito con i suoi vivaci, ma non sempre documentati ed obbiettivi, interventi a creare una sfavorevole atmosfera intorno ai nostri lavoratori, ha ritenuto opportuno, questa volta, passare sotto silenzio la notizia. Non si può quindi che convenire, anche su questo punto, con la sostanza dell'articolo di R. Arena, apparso su « Mondo Economico> del 16 aprile ultimo scorso. Tuttavia, una tale notizia e la crescente ostilità delle organizzazioni sindacali ad ingaggiare i nostri lavoratori - che sembra trovare appoggio presso gli organi ufficiali belgi - non possono davvero lasciarci indifferenti. Non bisogna 1nfatti dimenticare che la nostra emigrazione è stata sempre richiesta finora dalle autorità belghe, a preferenza di quella di altri paesi; ed è stata diretta quasi esclusivamente verso le miniere di carbone per la buona volontà e lo spirito di sacrificio dimostrati dai nostri emigranti (e dai profughi polacchi) nel sostituire, in lavori particolarmente duri e disagiati, i minatori belgi chiamati ad assolvere, sempre in maggior numero, lavori meglio retribuiti; nè che, dopo la Svizzera, il paese che assorbe la maggiore aliquota di mano d'opera italiana è proprio il Belgio! , . Ci sembra pertanto urgente e necessario, nell'interesse dei nostri lavoratori, ricercare, con la più grande obbiettività, le cause del mutato indirizzo della politica emigratoria belga nei nostri confronti. È bene precisare subito che gli incidenti mortali, nelle miniere belghe, anche se dolorosi soprattutto per noi, non costituiscono un fenomeno più grave o più frequente di quello registrato in altri paesi; se responsabilità vi sono, esse sono da attribuirsi, in pari misura, ai sistemi di arruolamento dei lavoratori italiani, alle condizioni di lavoro, nonchè al troppo breve periodo di addestramento professionale a cui vengono sottoposti i nostri emigranti. Ogni qualvolta però, nel Belgio, si sono prodotte sciagure minerarie e si sono lamentate vittime italiane - le più numerose sempre - non si è mancato nel nostro Parlamento di presentare interpellanze ed interrogazioni, di invitare perentoriamente il Governo a promuovere accurate inchieste, ad intervenire con la massima decisione presso le autorità belghe e, soprattutto, a sospendere l'emigrazione dei nostri lavoratori con destinazione in Belgio. A tali pressioni il Governo, nella persona del sottosegretario Dominedò,. ha sempre risposto fornendo assicurazioni, annunciando indagini, protestando • Bibloteca Gino Bianco
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