Nord e Sud - anno II - n. 11 - ottobre 1955

Da tµtto un complesso di ricerche e ,di dati, frutto delle indagini del Brotzu e di altri igienisti, risulta che larghi strati di popolazione, diffusi particolarmente in talune zone a struttura economica più depressa, soffrono di una alimentazione frequentemente insu~ciente, sia per globale apporto calorico, sia per settori particolari dell'alimentazione. In questo ambiente fisico e sociale si sono insediate la malaria, la tubercolosi e ~l tracoma. La p-rima, forma patologica sociale, alla quale, importata forse dai Fenici, pagò il suo tributo qualche ·comandante dei conquistatori cartaginesi e romani; di esso si trova testimonianza in Dante; attraverso i secoli fino a noi, fu causa di miseria, debilitò e decimò le popolazioni, paralizzandone la volontà e respingendole dall'attività corsiera; fu ostacolata e combattuta col chinino, farmaco che venne introdotto in Europa nella prima metà del Seicento e che fu messo alla portata delle popolazioni malariche solo con la legge del 23 dicembre 1900. Oggi, come si diceva, se non è stato sradicato totalmente l'anofelismo, esso è stato ridotto al di sotto del limite occorrente perchè l'infezione possa essere trasmessa. Secondo l'ipotesi del Brotzu, sul fondamento dei dati statistici degli ultimi decenni, il progressivo aumento della tbc nella campagna .sarda, di fronte al regolare e progressivo decremento nella Nazione, è dovuto a una ricettività più spiccata, per maincata immuniz~azione: nel lontano passato - lo confermerebbero la mancanza di notizie sul male e, insieme, le informazioni ·orali dei vecchi medici - la malattia era poco diffusa, specie nelle zone rurali. Oggi l'endemia tbc è notevole anche qui. Substrato a1nbientale, alimentare, recettività d'una popolazione che probabilmente nel passato non aveva avuto contatti notevoli con l'infezione, le molteplici gravidanze, gli allattamenti prolungati, le abitudini casalinghe della donna sarda: tutto questo chiarisce la ragione di questa situazione endemica. La mortalità è notevolmente diminuita, a prestar fede ai dati statistici, ma non si hanno ancora elementi sufficienti per stabilire se tale diminuzio:ne di mortalità sia conseguenza di una diminuzione della diffusione della malattia o non di- . penda dalla migliore assistenza sanitaria di questi ultimi anni e dal progress·o della medicina e dei mezzi terapeutici. Pur non maincando qualche indizio favorevole di una flessione della curva epidemica, nel complesso si ha motivo di ritenere che il problema sia ancora palpitante e attuale. L'endemia tr~comatosa decresce in modo incosta.nte e irregolare. Nei Comuni dove si interviene in modo efficace la riduzione è progressiva, negli altri le accensioni sono spesso preoccupanti. La vittoria sul male non è difficile, dunque: occorrono soltanto mezzi e organizzazione. In via di totale eliminazione è invece la lebbra: focolai generalmente autoctoni o raramente dovuti a immigrazione occasionale da altri focolai BiblotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==