Nord e Sud - anno II - n. 11 - ottobre 1955

• zione e di incremento, seguono periodi di stasi, afflitti da una disoccupazione abbandonata a se stessa; sia perchè la vita di mi,niera è causa di gravi malattie e di vecchiaia prematura; sia infine perchè il minatore mal si adatta ad altre occupazioni. Anche altre industrie, pur non meritando un giudizio tanto severo, non investono, nell'isola, gli utili in altre attività produttive. Conclusione: se l'economia agricola della regione è notevolmente depressa, anche l'economia industriale non contribuisce di molto a migliorare le condizioni. Ne sono indizio l'andamento dei risparmi, gli accertamenti fiscali, le dichiarazioni di reddito, ecc. Da uno studio comparso in Sintesi Economica (ottobre 1953, n. 10) sulla ripartizione per Provincie e Regioni del reddito del settore privato e della pubblica amministrazione nel complesso della Nazione, la prov. di Cagliari è al 25° posto, quella di Sassari al 69° -e quella di Nuoro all'88° (il distacco a favore della prov. di Cagliari si spiega col suo reddito nel settore industrie-commercio-creditoassicurazioni-trasporti, che assomma da solo a 51 milioni circa, contro 6 milioni circa della prov. di Nuoro e 12 milioni circa della prov. di Sassari). Ciò premesso, conviene rivolgere l'attenzione all'igiene degli abitanti. La popolazione agricola, eccettuate. le due contrade del Sulcis e della Gal .. lura, dove essa si accentra in fattorie rudimentali dette furriadroxius} medaus e stazzi, e l'oasi di Arborea, dotata di fattorie razionali, s'aggrega nei villaggi e nei borghi, i quali sono spesso lontani dai luoghi del lavoro. Non di rado tra questi e quelli intercorrono ore e ore di viaggio, il più delle volte a piedi, attraverso sentieri e callaie malagevoli. Quando la malaria infieriva, l'uomo di campa~a, per difendersene, arrivava sul posto a sole alto e ripartiva per l'abitato assai prima del tramonto. La sua avversione a stabilirsi con la famiglia sul campo era dettata anche da un'elementare prudenza; avversione che egli è restio a superare ancora oggi che la malaria è stata debellata. L'uomo della pianura dispone di solito di casa con cortile; questo ospita le sue bestie e anche il gregge; altro spazio attiguo egli destina spesso ad orto o giardino. L~uomo della montagna, invece, deve fare i conti con l'angustia delle aree: case spesso senza cortile, che si tolgono il respiro l'una l'altra. In collina i greggi di case sono meno addossati. Nella pianura i blocchetti di cemento hanno in tempo recente quasi escluso il mattone di argilla non cotta, impastato con un po' di paglia e lasciato disseccare -al sole: materiale da costruzione a cui si ricorreva essendo scarsissima la pietra. Case di solito a pian terreno, con cucina e tre stanze, di cui una o due da letto, con pozzo e, nel Campidano, con portichetto esposto a mezzogiorno, a somiglianza del patio spagnolo, sul quale s'affacciano le stanze. Nelle contrade dove la pietra non scarseggia, nasce « il palazzo » : la casa a due e più piani, con le camere da letto al piano alto. Nella 1nontagna il piano terreno è destinato ai Bibloteca Gino Bianco

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