Nord e Sud - anno II - n. 11 - ottobre 1955

Finora le provvidenze per Napoli sono sempre discese da un gruppo di élites: quelle· che agivano intorno a Nicola Amore (e ne venne fuoti il « paravento » del Corso Umberto I, dietro il quale ha continuato a vivere 'la Napoli ante-risanamento); quella della reale com,nissione del 1902 (e ne . è venuta fuori l'asfittica « zona franca »); poi fu l'alto commissariato del ventennio fascista (e ne è venuta fuori una rete di strade in abbandono); infine è stata la volta del gruppo che ha studiato il piano regolatore del I945-46 e l'ultima legge speciale (ed il piano è stato « insabbiato», e la legge speciale attuata nel modo in cui si è detto). La verità è che i problemi di Napoli sono stati sempre visti dal di fuori, dall'alto: cosi come dalla cima di una montagna si guarda la sottostante vallata e se ne studia la sistemazione. Questo punto di vista è certamente il più giusto per la visione esatta e completa del problema; ma, se le opere studiate non si potranno compiere senza la partecipazione diretta della popolazione che vive nella valle, la quale vede i suoi problemi in maniera diversa da chi li guarda dall'alto, sarà pur necessario istruirla perchè la sua partecipazione sia attiva e cosciente.· Attrimenti la reali2.zazione dei programmi studiati sarà resa difficile, o addirittura impossibile, da questa mancata partecipazione. Oppure sorgerà in mezzo alla popolazione un uomo o un gruppo di uo~ini che parlano il suo linguaggio e si fanno perciò ben comprendere da essa. Costoro si impossesseranno dei fondi che altri avra,nno ottenuto e li spenderanno alla maniera che alla folla piace, eseguendo opere che nulla hanno a che vedere con quelle previste, tra larghi plausi e consensi. Proprio così si è svolta la storia delle provvidenze per Napoli. Qui la vita si muove come su due piani diversi: su di uno sta la popolazione con le sue inclinazioni ed il suo ordinamento sociale; sull'altro stanno gli enti e gli uomini che studiano i problemi cittadini e ne propongono le soluzioni. Gli addentellati fra questi due piani sono scarsi e deboli: vi è quasi sempre una sfiducia reciproca. Ciò spiega l'impopolarità di alcuni uomini che hanno affrontato i grandi problemi di Napoli, risolvendone anche alcuni, e i loro clamorosi in·successi elettorali (basti ricordare Nicola Amore); ciò spiega il successo e la popolarità di altri che hanno fatto scorrere la loro azione politica ed amministrativa sullo stesso· piano su cui si muove e ragiona la popolazione minuta, secondando le sue inclinazioni e guardandosi bene dal turbare i minuti interessi ed affetti che si abbarbicano a un complicato, precario, arretrato ordinamento sociale. Ciò spiega il mancato successo della legge del << risanamento » e di quella sul cc risorgimento economico »; ciò spiega perchè non si sia avuta quella della ricostruzione e della rinascita sociale di Napoli - come auspicavano le iniziative e .gli studi compiuti dal 1945 al 1950 - ma solo alcune decine di miliardi messi a disposizione di chi era il meno adatto a spenderli. Ciò spiega anche il successo di Lauro tra larghi strati della popolazione naBibloteca Gino Bianco

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