Nord e Sud - anno II - n. 11 - ottobre 1955

1 vamento che sarebbero state implicite nelle loro posizioni, che anch'essi abbian finito col cedere alla tendenza ' speculativa ' tipica del nostro paese ed abbiano finito col fare .finalmente della vuota accademia. Come si vede, la rapida sintesi del Bobbio non fa grazia a nessuno: nè alle correnti culturali italiane dell'entre-deux-guerres e alle loro eredi di questo secondo dopoguerra, in modo principale la filosofia storicistica, nè alla cultura marxistica; e neppure forse risparmia quelle stesse correnti culturali a cui vanno le sue simpatie, quelle, cioè, che più sentono l'esigenza di un rovèsciamen.to delle tendenze speculative (idealistiche o storicistiche o neomaterialistiche che siano) e che affermano la necessità di un metodo nuovo e di una nuova mentalità, di un nuovo sperimentalismo e di un rinnovato ilh1minismo. << Questa filosofia richiaratrice non è più che una tentazione, è ancora e soltanto un programma di pochi, non è diventata atmosfera, costume », egli ha scritto altrove (cfr. Il Mulino cit., p. 584): il che vuol dire che Bobbio avverte benissimo quel che c'è di velleitario, di puramente negativo, di non-costruttivo nelle nuove esigenze ed è troppo uomo di studi severi per non intendere il pericolo gravissimo che si cela in tali posizioni. Troppe volte, negli anni tra le due guerre, ha sentito proclamare questa esi- ~ienza di rinnovamento e di superamento e troppe volte ha constatato come essa si traducesse in pratica ad una mera inquietudine velleitaria di estetisti in ritardo, di cattivi .filosofi e cattivi storici, di uon1ini ribelli alla disciplina degli studi. È forse un fastidio uguale per tutte le programmazioni che rischiano di restare puramente verbali, che minacciano di restare program- , mazioni e di dar luogo soltanto ad infinite ed interminabili discussioni generali e generiche, è forse un fastidio di tal genere che ha indotto Bobbio a dettare come conclusione del suo intervento una nuova esortazione alle ' opere ': << proporrei per i prossimi (anni) una tregua ideologica e che ciascuno si metta a studiare. Dopo dieci anni vedremo chi avrà scritto i libri migliori ». Questa sentenza e soprattutto la sua motivazione hanno avuto il torto di non piacere a Mario Alicata (cfr. Il Contemporaneo, n. 30, 23 luglio): il rinnovamento culturale che Bobbio e i suoi amici vorrebbero operare si fonda soprattutto sulla convinzione della necessità di mettere la cultura italiana al paragone con quella di altri paesi, di correggere o addirittura di eliminare la tendenza ' speculativa ' grazie allo studio dell'empirismo e all'adozione di nuove tecniche sperimentali, di rendere vivo e attuale il Bibloteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==