Nord e Sud - anno II - n. 11 - ottobre 1955

della quale lo scrittore comunista confessò, sinceramente ed alquanto ingenuamente, che egli e i suoi amici avrebbero risposto alle « armi della critica >> con la << critica delle armi >>. A giudicare, infatti, dalle conclusioni che Marco Cesarini e Fabrizio Onofri hanno voluto trarre dai numerosi interventi nell'inchiesta sulla cultura italiana degli ultimi dieci anni, da loro preparata per un settimanale di parte comunista, Il Contemporaneo, un '25 luglio' vi sarebbe stato anche nella storia culturale del nostro paese, un ' 25 luglio ' altrettanto decisivo di quello politico. La rottura nella storia culturale italiana corrisponderebbe dunque alla soluzione di continuità nella nostra storia politica: e come dal '45, cioè, dall'insurrezione antifascista e antinazista e dalla ricostituita unità del paese, ha inizio un nuovo periodo della storia _politica italiana, dallo stesso anno ha inizio una nuova epoca della storia della nostra cultura, una nuova primavera intellettuale. L'inchiesta di Cesarini ed Onofri ha, dunque, ai loro occhi - e agli occhi di tutti coloro che sono dello stesso parere - il valore di un atto notarile, firmato da autorevoli \ testimoni, con il quale si riconosce il 'nuovo corso', si riconosce che la cultura italiana degli ultimi dieci anni ha rotto risolutamente col passato, con le sue tradizioni di ieri, per imboccare una strada diversa e, natural1nente, assai migliore. Si direbbe anzi che l'inchiesta stessa - o almeno le sue conclusioni - preferisca assumere un tono di rivendicazione personale .ed affermare che nella nostra repubblica delle lettere l'antico presidente è stato deposto - non si sa ancora molto bene se da una rivolta popolare o da una congiura di palazzo - e che al suo posto è stato unto e consacrato un nuovo signore. Insomma, per uscir fuor di metafora, sembra ai Cesarini e agli Onofri che si possa finalmente gridar alto e forte che la cultura storicistica e crociana è morta e che le è stata data, a cura loro e dei loro amici, poco cristiana e poco onorata sepoltura. La polemica « antifascista e anticrociana » condotta per dieci anni dagli intellettuali marxisti italiani avrebbe appunto conseguito questo mirabolante risultato, rinnovando insieme ìa tradizione intellettuale italiana e sostituendo alla vecchia filosofia reazionaria, in cui i nostri studiosi si erano oziosamente attardati, una nuova filosofia progressista, anzi la sola filosofia progressista veramente coerente e conseguente che sia mai stata pensata, il marxismo di Marx ed Engels e Lenin e Stalin, filtrato, e reso omogeneo alla cultura nazionale del nostro paese, da Antonio Gramsci. [8] Bibloteca Gino Bianco

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