na il 60 % degli iscritti è stato promosso; e che in ogni caso il 66 % degli iscritti era rappresentato da giovani sotto i vent'anni, ossia che la scuola era quasi esclusivamente un'appendice della scuola elementare ed anche per questo non aveva ancora carattere di vera scuola popolare. Rispetto ai metodi d'insegnamento e alla loro rispondenza ai bisogni, non ho elementi . per poter giudicare, ma ho molte ragioni per temere che ben poco si sia fatto per superare la· esteriorità e la scarsa vitalità dell'insegnamento, per vincere, cioè, il difetto essenziale dell'insegnamento elementare e quindi, . a maggior ragione, della scuola popolare. Sull'istruzione professionale dei contadini bastano poche parole, perchè quel che si è fatto e si fa è quasi nulla. Se si tolgono i pochi corsi degli Ispettorati Agrari per potatori e innestatori in alcune regioni arboricole, o quelli per trattoristi, che si sono dimostrati utili, negli altri casi le poche iniziative non sono quasi mai riuscite a sottrarsi alla artificiosità d'insegnamenti per i quali spesso non si è chiaramente individuato nè il problema nè il metodo didattico, e che non si sono saputi inserire nella realtà della vita agricola in corso di trasformazione. Qualche eccezione c'è indubbiamente, ma di portata limitata e proporzioni globali minori di quelle delle corrispondenti iniziative al principio del secolo, quando esse potevano appoggiarsi alla efficace azione delle allora vitali Cattedre Ambulanti di agricoltura. Resterebbe da dire dei tentativi più complessi di educazione popolare nelle campagne ad opera dell'Unione per la lotta contro l'analfabetismo, degli Enti di riforma e di qualche altra istituzione. Sarebbe presunzione da parte mia arrischiare un bilancio e un giudizio nei loro riguardi. Per franchezza, tuttavia, non posso tacere alcune mie impressioni. L'azione dell'Unione - validissima a riportare in primo piano il problema scolastico del Mezzogiorno in questo dopoguerra, e preziosa per l'indirizzo moderno dato a parecchie sue iniziative - mi sembra come soffocata e incapace di svolgere la funzione di lievito che le spetterebbe; per la pochezza dei mezzi di cui dispone e per la stessa timidezza con la quale è stata costretta a svilupparsi. Quanto agli Enti di riforma - e in particolare quello di Puglia e Lucania, che più largamente ha operato in questo senso - sebbene sia presto per giudicarne l'azione, ho l'impressione ·che stiano commettendo l'errore, nell'impianto delle scuole e dei corsi, e nella scelta degli insegnanti, di [69] Bibloteca Gino Bianco
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