sione che - dal tempo in cui Lombardo-Radice e !~Associazione per gli Interessi del Mezzogiorno si occupavano della scuola rurale nelle regioni meridi~nali, ossia da oltre trent'anni - ben poco si sia fatto per ammoder-:- nare i metodi d'insegnamento e per adeguarli, non dico alle esigenze complesse di una evoluta scuola per contadini; ma a quelle elementari di una ' rispondenza all'ambiente e alle sue più importanti trasformazioni. Passando a considerare gli altri tre settori d'attività - scuola popolare, istruzione professionale e tentativi più complessi - va subito detto che le proporzioni dello sforzo in essi esercitato sono minime rispetto: al bisogno. Le scuole popolari, nei loro tre tipi (per adulti analfabeti, per adulti semi-analfabeti e di istruzione integrativa), hanno avuto nel Sud complessivamente, nel 1950-51,318 mila alunni, dei quali appena 25 mila frequentarono i corsi di istruzione integrativa, che soli potrebbero teoricamente rientrare nel campo di una moderna educazione popolare. Anche a non tener conto del fatto che spesso i corsi hanno durata assai breve, dovendosi interrompere non appena le occupazioni agricole impegnano a pieno gli alunni, può essere interessante notare che nello stesso anno appequando nel Nord era appena del 5. Rispetto a 100 iscritti alla prima classe, nel 1949-50, gli iscritti alle altre classi erano rispettivamente per il Nord e per il Sud: I No,-d Sud alla seconda • • • • • 100 84 alla terza. • • • • • • 108 76 alla quarta .. • • • • • 101 59 alla quinta • • • • • • 83 38 Rispetto a 17,8 alunni per classe e a 30,2 per aula nel Nord, se ne hanno 24,4 e 44,6 nel Sud, con punte medie regionali di 58,2 in Sardegna, di 55,7 in Puglia, di 47,5 in Sicilia; ma, in un gran numero di casi, l'aula quaggiù non è una normale aula scolastica; è una semplice stanzetta di abitazione contadina senza finestre. Queste sono le cifre ufficiali desumibili dagli Annali statistici; la situazione reale è spesso molto peggiore ed è resa ancora peggiore dalla povertà delle attrezzature, dall'insufficienza di mezzi dei patrona~i scolastici, dalla scarsa diffusione di tutti quegli interventi - metodi attivi, ricreazioni educative, doposcuola, refezioni scolastiche - che rendono efficiente dovunque la scuola elementare. Se, poi, si tiene presente la formazione dei maestri, i n1odi della loro selezione, la frequente loro non residenza nei luoghi in cui ha sede la scuola, il quadro diviene più completo e impressionante. [68] Bibloteca Gino Bianco
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