..... Quello che importa è che nei prossimi decenni nelle campagne si dovranno formare ed educare non soltanto i nuovi contadini, capaci di rispondere alle esigenze di un'agricoltura progredita e resa più complessa, ma in gran parte anche i nuovi cittadini, ossia i nuovi operai d'industria, gli addetti alle infinite attività di una moderna società; una parte dei quali dovrà anche potersi trasferire in altri paesi. La mancanza di una adeguata e specifica educazione dei contadini a questo riguardo potrebbe provocare - come purtroppo ha fatto largamente in passato - inutili sofferenze, e sforzi di adattamento troppo lunghi e - pesanti, che si traducono sempre in umiliazione e infelicità. Il bisogno di educazione e di cultura - si può dire, concludendo - estraneo o quasi ad un mondo contadino chiuso, diventa particolarmente acuto in un mondo contadino in trasformazione, il cui sforzo di adattamento non solo è imponente ma deve contemporaneamente rispondere a esigenze diverse. Non credo, che una tale visione - che scaturisce evidentemente da un'analisi elementare della situazione - sia stata finora sufficientemente chiara nella coscienza e nella politica educativa del nostro e forse di altri paesi. Ed è tempo, invece, che lo diventi. * * * Passo con questo alla parte del mio intervento che considero dentro di me meno solida e più incerta. Se l'analisi fatta è esatta e il bisogno di educazione ha oggi nelle campagne quelle proporzioni e quelle caratteristiche, come si deve valutare quel che ora si fa in questo campo, lungo quali linee conviene sviluppare in avvenire l'azione educativa perchè risponda a quelle esigenze? All'una e all'altra domanda non posso esaurientemente rispondere perchè troppo poco conosco quel che si fa in campo educativo; e troppo poco ho meditato sui limiti entro i quali una specifica azione educativa possa esser considerata efficiente a risolvere quei problemi. Mancherei, tuttavia, al mio compito, se, per quanto incerte, non esprimessi le mie impressioni e convinzioni, non foss'altro per contribuire così ad una discussione che tutti sentiamo necessaria. Lo farò, quindi, avvertendo che - se le considerazioni fatte finora possono in una certa misura valere anche al di fuori del mio paese - queste che sto per fare si rif el [66] Bibloteca Gino Bianco
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