Nord e Sud - anno II - n. 10 - settembre 1955

... scrivere e far di conto - ma in misura così modesta da non permettergli in seguito l'uso continuato di quegli strumenti ai fini del suo sviluppo. Il servizio militare, malgrado che rappresentasse in molti casi il primo contatto con il mondo esterno e l'occasione di esperienze del tutto nuove, non è stato mai accompagnato da uno sforzo educativo, che consentisse per lo meno di assimilare e dominare quelle esperienze. La propaganda agraria e l'istruzione professionale - ridottissime anche nell'epoca in cui ebbero più serio sviluppo, ossia all'inizio di secolo, al tefilpo delle vecchie cattedre ambulanti - si sono sempre sviluppate con i metodi ed il linguaggio meglio rispondenti alla mentalità di un mondo contadino chiuso e tradizionale anche quando questo non era più tale. L'azione sviluppata finora per l'educazione nelle campagne appare cioè - anche se, dicendo questo, so di commetterè un'ingiustizia rispetto a coloro che hanno tentato di andare oltre e far di più - di scarsa consistenza, proprio perchè è stata impostata e sviluppata con l'occhio rivolto verso il passato anzichè verso l'avvenire. Arrivati a questo punto è, infatti, necessario criticare quella concezione di cui siamo venuti discorrendo. L'immagine di un mondo contadino fermo e chiuso in sè stesso è una immagine romantica, divenuta col tempo sempre più irreale, fino ad essere oggi del tutto sorpassata dovunque, anche da noi nel Sud e nelle Isole. Solo in casi eccezionali le società contadine del passato hanno avuto, infatti, tale evoluzione da rappresentare dei mondi unitari ed armonici, , capaci di vera educazione all'interno. Molto più spesso le società contadine rappresentavano, al contrario, realtà molto povere, internamente divise, caratterizzate da insuperabili squilibri, rispetto ai quali sarebbero stati preziosi degli specifici processi educativi ·e civili che sono invece mancati. Non idealizziamo,quindi, i mondi contadinichiusie fermi. Nella mag- , gior parte dei casi essi sono stati dei mondi estremamente dolorosi, ai quali 5i sarebbe potuta applicare l'espressione di Carlo Marx sul << cretinismo delle campagne». Se è v~ro che talvolta essi sono stati capaci di manifestazioni molto belle, nella maggior parte dei casi erano dominati da durezze inutili e troppo spesso erano privi di quella stessa luce che ci si sarebbe attesi di ritrovare in loro. Bibloteca Gino 'Bianco

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